Si è concluso a Palazzo Barbieri il convegno “Il gioco d’azzardo a Verona – Ruolo e azioni di prevenzione degli Enti locali”, promosso dall’amministrazione comunale, Avviso Pubblico e Federconsumatori. Un incontro partecipato, che ha visto protagoniste le associazioni del territorio e gli amministratori locali, che sperimentano direttamente le conseguenze della dipendenza del gioco d’azzardo. C’è infatti un rapporto strettissimo fra azzardo, usura, sovraindebitamento e la salute delle persone. «Si spende di più per il gioco d’azzardo che per il sistema sanitario nazionale. Basterebbe questo dato per accendere un faro su questo tema», dice Roberto Fasoli, moderatore del convegno e membro del comitato scientifico di Avviso Pubblico. È un problema complesso, che investe direttamente i comuni e le amministrazioni pubbliche, chiamate a dare risposte per le cure delle persone, ma anche per la sicurezza del territorio, spesso minacciata dalla presenza delle organizzazioni mafiose che investono nel comparto legale dell’azzardo. «La raccolta di gioco d’azzardo, ovvero l’ammontare complessivo delle puntate, è triplicata dal 2006 al 2023 in Italia, arrivando a sfiorare i 150 miliardi di euro (131 è la spesa sanitaria). Per il solo Veneto la cifra ammonta a circa 8,4 miliardi di euro fra gioco fisico e online mentre nella Provincia di Verona quelli stimati sono quasi 2 miliardi e circa mezzo miliardo è la cifra stimata giocata nella sola città di Verona», ha dichiarato in apertura dell’incontro Maurizio Framba di Federconsumatori Verona. Si gioca con qualsiasi strumento: videolottery, slot machine, bingo, scommesse, lotterie e gioco online che, essendo disponibile 24 ore su 24, rappresenta la maggior parte del giocato. «I numeri sul territorio scaligero e in particolare a Verona sono impressionanti, se confrontati con le varie voci di spesa pubblica: 43 milioni di euro spesi per l’istruzione, 70 per i servizi sociali e 361 milioni di euro complessivi sulla previsione del bilancio comunale per il 2025. Ma i numeri non si fermano qui: nella provincia di Verona sono state installate 5611 fra apparecchi Awp e Vlt (1396 solo a Verona); 905 sono gli esercizi commerciali dove si gioca d’azzardo e le sale scommesse, mentre 251 di queste sono a Verona», ha concluso Framba. Ma a Verona si è parlato anche di normativa e buone pratiche amministrative in grado di ridurre l’impatto dell’azzardo sui comuni, chiamati a rispondere delle pesanti ripercussioni sugli equilibri sanitari e sociali del fenomeno. «L’impatto sui portafogli dei nostri concittadini è uno dei problemi da guardare con attenzione. Tutto questo si intreccia con le conseguenze sulla salute delle persone, come mostrano i dati dell’ULSS sui giocatori presi in carico dai servizi sanitari», spiega Marco De Pasquale dell’Osservatorio parlamentare di Avviso Pubblico. Secondo i dati diffusi sono circa 220 i giocatori presi in carico presso i servizi territoriali scaligeri: numeri per difetto, considerando anche che la dipendenza da gioco d’azzardo resta ancora un tabù per le famiglie e spesso viene riconosciuta con fatica e in ritardo.
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