Como, 5 dicembre 2024 – Tassa sulla salute a carico dei frontalieri, annunciata nella Finanziaria dell’anno scorso con il gettito a vantaggio delle regioni di confine, in particolare Lombardia e Piemonte, allo scopo di offrire bonus e incentivi per frenare l’esodo in Svizzera di medici e infermieri finora è rimasta lettera morta per le difficoltà di natura tecnica legate alla sua applicazione.
LaA quanto sembra non è così semplice risalire all’elenco completo dei vecchi frontalieri, ovvero i lavoratori assunti in Svizzera prima del 17 luglio 2023, ma soprattutto c’è più di un dubbio sulla legittimità di quello che più che un contributo una tantum appare come una vera e propria tassa.
Il deputato elvetico Gianluca Padlina
Il quesito è stato posto al Consiglio di Stato del Canton Ticino dal deputato elvetico Gianluca Padlina de “Il Centro“ insieme ai colleghi Alessandro Corti, Sabrina Gendotti, e ai deputati del Partito Liberale Radicale Cristina Maderni, Luca Renzetti e Diana Tenconi.
“Il 17 luglio del 2023 è entrato in vigore il nuovo accordo firmato da Svizzera e Italia sulla fiscalità dei frontalieri – spiegano i parlamentari elvetici – questo accordo è formalmente applicato dalle parti dal 1° gennaio 2024”.
A sollevare perplessità è l’articolo 9 dove si specifica che “i vecchi frontalieri sono e saranno imposti fiscalmente esclusivamente in Svizzera”. Invece nella Legge di bilancio 2024 approvata dall’Italia è stato introdotto il contributo di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico dei vecchi frontalieri.
“Questo contributo, mensile e progressivo, si basa sul reddito delle persone e non presuppone alcuna controprestazione specifica da parte dello Stato al debitore della somma richiesta. Questo nuovo contributo assomiglia molto a un’imposta”.
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