L’accusa di furto, l’atroce vendetta e la “rapina fantasma” al corriere della droga: ecco una delle storie emerse dal maxi blitz coordinato che ha portato all’arresto di 25 persone.
In un terreno di campagna, due uomini legano con delle fascette da elettricista le mani di un anziano, poi prendono una catena e gli serrano i piedi. L’anziano, 72 anni, è imbavagliato: non può urlare né vedere, però dall’odore comprende di essere in una stalla. Per lui è l’inizio di un incubo, che lo porterà a subire l’amputazione di una falangetta con un’accetta.
La vicenda, che sembra tratta da una fiction scritta per sintetizzare in poche immagini la violenza interna al mondo della criminalità, si è svolta nell’estate del 2022 fa a Pettogallico, frazione di Reggio Calabria. I quotidiani calabresi già all’epoca l’avevano ricostruita, dopo che la Procura reggina aveva disposto il fermo di Rocco Chirico Mediati e Mario Corso, accusati di essere gli aguzzini dell’anziano ritenuto autore di un furto da 180mila euro.
A distanza di oltre due anni è stato possibile fare luce sui rapporti che legavano Chirico Mediati e Corso a Pasquale Cianella, oggi 74enne. La storia è ricostruita nell’inchiesta della Procura di Palermo che ieri ha portato all’arresto di 25 persone per traffico di sostanze stupefacenti.
Operazione anti – droga a Palermo e il dito mozzato al corriere
All’origine del sequestro e delle sevizie subite da Cianella ci sarebbe stata la sparizione del denaro pagato all’anziano da due palermitani: Salvatore Binario, di 41 anni, e Francesco Genova, di 45. I due sarebbero stati attivi nel commercio di cocaina, con l’obiettivo di rifornire gli spacciatori tra Palermo e Marsala.
Cianella, il mese precedente, era andato a Palermo a bordo di un furgone per effettuare una consegna. Per i calabresi che lo hanno sequestrato e per gli inquirenti, Cianella sarebbe stato uno dei tanti corrieri a disposizione della criminalità per trasportare stupefacenti. Un servizio ad alto rischio e pagato mille euro a viaggio. Il diretto interessato, invece, si è descritto come un autista ma non un soggetto coinvolto nel traffico illecito. La sua versione, però, ha traballato fin dal primo momento, quando – la mattina dell’1 giugno 2022 – si è presentato nella caserma dei carabinieri di Villabate per denunciare di avere subìto una rapina.
I dubbi degli inquirenti
Ai militari Cianella ha detto di essere stato fermato da tre soggetti, due dei quali armati di pistola, mentre da Reggio Calabria era diretto a Palermo, dove, in via Messina Marine, avrebbe dovuto incontrare un amico, originario dell’Africa e di cui non ricordava il nome. I tre rapinatori, stando alla versione dell’uomo, lo avevano bloccato e costretto a salire a bordo della loro auto, per poi sottrargli 500 euro in contanti, documenti e il furgone. Quest’ultimo verrà ritrovato carbonizzato una settimana dopo nei pressi di Misilmeri.
I dubbi sulla veridicità della storia raccontata da Cianella sono aumentati un mese dopo, quando l’anziano ha parlato davanti ai carabinieri di Reggio Calabria poche ore dopo il sequestro, conclusosi grazie all’intervento di una donna che, sentita le urla di Cianella, che era riuscito a liberare la bocca, aveva chiamato le forze dell’ordine.
Parlando con i militari reggini, Cianella ha collocato la rapina nella fase di ritorno dalla trasferta a Palermo e non più all’andata. Nel capoluogo siciliano l’allora 72enne ha affermato di essersi recato per consegnare un pacco in una farmacia.
Il passaggio della cocaina
Quando gli è stato chiesto se fosse a conoscenza che Chirico Mediati e Corso erano coinvolti in traffici di stupefacenti, Cianella ha ribadito di non essere un corriere della droga e di essersi limitato a consegnare la merce senza conoscerne il contenuto dei pacchi né avere assistito alla loro apertura.
Cianella ha detto anche che, in seguito alla rapina ed essere tornato in Calabria usando i mezzi pubblici, era stato costretto dai due calabresi a tornare con loro a Palermo in piena notte per ripercorrere le strade in cui aveva subito l’aggressione. Tuttavia non comprendeva da dove potesse arrivare il riferimento ai 180mila euro, se non dalla presenza – a sua insaputa – di denaro custodito in uno scomparto nascosto del furgone.
Le telecamere che però già da tempo erano state installate dagli investigatori nei luoghi frequentati dai palermitani Binario e Genova hanno fatto luce sulla vicenda. “Le attività investigative consentivano di accertare che il capannone a Palermo cui faceva riferimento Cianella e dove si era recato in data 1 giugno 2022 fosse l’area di parcheggio sita in via Placido Rizzotto, gestita da Salvatore Binario”, si legge nell’ordinanza firmata dal gip Lirio Conti.
Rivedendo le registrazioni, gli investigatori hanno appurato che la mattina dell’1 giugno Cianella ha incontrato Binario e Genova, cedendo loro tre buste contenenti probabilmente qualche chilo di cocaina. Dopo avere atteso circa un’ora, l’anziano è ripartito dal piazzale dopo avere preso dalle mani due due palermitani due buste di carta.
In quelle buste – secondo il gip, che ha accolto la richiesta di misura cautelare presentata dalla Procura – ci sarebbe stato il denaro destinato ai fornitori calabresi ma che oltre lo Stretto non sarebbe mai arrivato.
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