Il piccolo centro di Massa Fermana è primo a livello nazionale, insieme a Trieste e Bareggio comune del milanese, nella speciale classifica annuale del 2023 del ‘Salva Suolo’, rapporto elaborato dalla Snpa (Sistema nazionale per la protezione ambientale). Il documento è stato presentato ufficialmente a Roma qualche giorno fa, e in linea di principio esamina la situazione del consumo del territorio nazionale, sempre più soggetto a cementificazione. Tanto per dare qualche numero: in Italia si sono consumati nel 2023 ogni giorno circa 20 ettari di terreno, un dato leggermente inferiore rispetto al 2022, ma comunque sopra la media degli ultimi 10 anni. A livello nazionale la regione con minor percentuale di consumo di suolo nel 2023 è la Valle d’Aosta con 17 ettari. Le Marche si trovano a meta classica con 260 ettari di suolo consumato, in questa classifica le regioni con maggiore consumo sono: Emilia Romagna con 815 ettari e Veneto con 891 ettari. I primi tre comuni a livello nazionale, dove il consumo di suolo è stato minimo o nullo sono Triste, Bareggio e Massa Fermana.
Si tratta di dati che vanno ad esaminare una logica che da circa un decennio è stata adottata a livello europeo, ovvero la capacità di andare a recuperare le strutture esistenti evitando consumo di terreno. “Non ero a conoscenza di questa classifica – racconta Gilberto Caraceni, sindaco di Massa Fermana – sicuramente ci fa piacere sapere che nel nostro comune c’è tanto verde e non ci siano stati consumi inadeguati. Questo dato però va letto in una doppia direzione. Infatti, significa anche non ci sono stati investimenti significativi. Come amministrazione stiamo adottando una logica di recupero, specie nel centro storico con l’intento di andare a riqualificare edifici non utilizzati da anni che creando anche degrado, con l’intento di ricavare locali per uso sociale, anche appartamenti per famiglie non abbienti o giovani coppie. Però sarei ben felice se qualcuno mi annunciasse di voler investire nel territorio per mettere su una nuova attività, nei limiti delle normative faciliterei questo processo, anche con qualche agevolazione perché portare lavoro, significa far crescere la popolazione e quindi i servizi. Un mio pallino sarebbe recuperare l’ex cineteatro Oden, che creerebbe occasione d’incontro e intorno a cui costruire anche servizi, per fare questo però servono risorse che arrivino da enti superiori”.
Alessio Carassai
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