Ricerca per garantire l’origine. Controlli che, invece, avvengono «su quanto viene venduto. In un anno ne sono stati 55mila dall’Icqrf mentre su tre verifiche sul biologico da parte dei Carabinieri della Tutela Agroalimentare, 2 risultano non conformi». Va meglio, invece, per «Dop e Igp dove le sanzioni sono molte meno anche se dobbiamo fare di più sull’origine del prodotto come lavorare sul Dna delle piante per garantire il rispetto di quanto previsto dal disciplinare».
Dopo l’intervento di Salvatore Rapisarda del Consorzio Euroagrumi, del Dott. Spina, dello Studio Associato Agriengineering, ha concluso i lavori dell’interessantissimo convegno Alberto Continella, professore associato di Arboricoltura generale e coltivazioni arboree, che ha tirato le conclusioni riaffermando l’importanza della innovazione e della ricerca in generale e quella compiuta nell’ambito del Progetto Novarancia in particolare.
Ricerca e innovazione come garanzia di futuro: il progetto Novarancia. La ricerca e l’innovazione sono, dunque, strumenti con i quali l’agricoltura di oggi non può prescindere. Il progetto Novarancia, che analizza gli aspetti di natura genetica, fitosanitaria e agronomica i cui risultati raggiunti e gli obiettivi in corso sono stati al centro del convegno di Acireale. Le innovazioni che Novarancia ha iniziato a valutare con i vivaisti e i produttori sono tre. Una di natura genetica riguarda l’uso della tecnologia di sequenziamento ad alta processività (Ngs), per l’identificazione genetica (univoca) della pianta capostipite e quindi del materiale di moltiplicazione, e per la tracciabilità dei prodotti derivati. L’altra fitosanitaria con l’utilizzo dell’analisi bioinformatica degli Rna virali e viroidali, per l’accertamento fitosanitario globale delle piante capostipite per l’identificazione di infezioni da patogeni noti e di eventuali altri ancora ignoti e asintomatici su alcuni ospiti. Infine, la terza, agronomica, include la validazione di tecniche vivaistiche e pratiche colturali, efficienti e sostenibili, per la produzione in vivaio e la messa a dimora di piante molto giovani, a rapida crescita ed entrata in produzione anticipata, nonché varie metodologie di monitoraggio e governo dell’agrumeto.
Il Consorzio dell’Arancia Rossa di Sicilia IGP. È una realtà che coinvolge oltre 30 Comuni della Sicilia Orientale e conta, oltre alle migliaia di impiegati nel settore, oltre 500 aziende agricole associate per un totale di oltre 6.500 ettari certificati con l’Igp, dei quali 800 in regime biologico. Sono tre gli intermediari di mercato e oltre 70 i centri di confezionamento associati, più di 300 sono le etichette autorizzate all’uso della denominazione protetta Igp come ingrediente nei prodotti elaborati, trasformati, composti pubblicati in un albo consortile. Nell’ultima campagna Le imprese aderenti al Consorzio hanno commercializzato quasi 22mila tonnellate di prodotto fresco e circa 7mila per l’industria, per un totale che si avvicina alle 30mila tonnellate per un fatturato di circa 40 milioni di euro. (aa)
Fonte: Ufficio stampa Consorzio Arancia Rossa di Sicilia IGP
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