Un vero e proprio guardiano che presidia le abitazioni e le aziende dai pirati informatici a caccia di informazioni utili per ricattarci o per impossessarsi di dati sensibili con i quali entrare nella nostra vita quotidiana e, naturalmente, economica. «Una difesa utile anche in presenza di pc comprati a prezzi stracciati e senza software adeguati», spiega Giuseppe Izzo, esperto di cybersicurezza. A vederla così sembra una scatoletta anonima, ma in realtà è un dispositivo, prodotto in Italia, che riesce a difendere case e uffici da eventuali attacchi hacker.
A Venezia l’intelligenza artificiale sfida gli hacker
Si tratta, chiarisce Izzo, di un mini pc industriale che viene collegato al router per poi connettersi a un centro servizi internazionale per la difesa da minacce informatiche. Una soluzione innovativa che, con l’uso dell’intelligenza artificiale, permette di bloccare in tempo reale tutte le insidie che sono ormai all’ordine del giorno. Gli italiani, del resto, subiscono quotidianamente minacce informatiche di ogni genere, continua Izzo, presidente di Uese Italia, azienda veneta che opera nella sicurezza informatica.
«Si annidano nelle nostre smart tv, nelle nostre telecamere ip, negli interruttori wi-fi per la luce, la cosiddetta domotica, persino nell’assistente vocale degli smartphone e nelle casse audio. Potenziali violazioni della nostra privacy che non sono sempre dichiarate tra le righe dei vari contratti digitali che sottoscriviamo per servizi internet gratuiti, ma che invece si nascondono all’interno dei device che utilizziamo ogni giorno. Il che onestamente non fa dormire sonni tranquilli», avverte l’esperto.
Le imprese prese di mira
Nel primo semestre del 2023 l’Italia ha registrato un aumento del 40% degli attacchi informatici rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con una media di 22 attacchi gravi al mese. Le aziende manifatturiere italiane, il settore tecnico-scientifico e i servizi professionali sono stati tra i più bersagliati, con oltre l’80% degli attacchi che hanno avuto conseguenze molto gravi. E l’83% degli attacchi ha avuto una gravità elevata o critica.
La guardia giurata e la centrale operativa
Ma, a volte, risulta fondamentale l’acquisto del pc: «accade spesso», ricorda Izzo, «che dalla Cina arrivano stock di portatili che non hanno le necessarie certificazioni. Quei dispositivi, dopo un certo periodo, possono essere venduti per uso personale, ma poi finiscono sul mercato e venduti a prezzi stracciati. Peccato che sono dotati di software vecchi e, come tali, incapaci di intercettare i bug di ultima generazione esponendo così gli utenti a rischi importanti. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma c’è una moltitudine di soggetti interessati ai nostri dati personali che ha gli strumenti giusti e sa molto bene come usarli per farli propri. Gli attacchi approfittano di falle nel sistema tutte potenzialmente pericolose per un comune nucleo familiare o per un’azienda». La novità di questi dispositivi, Guardian box e Guardian WiFi Router i loro nomi, sta nel fatto che, se la guardia giurata non riconosce il pericolo, interviene la centrale operativa, Guardian Soc, per disinnescare la potenziale minaccia. (riproduzione riservata)
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