Ener.bit, importanti novità su energia, ambiente e territorio
Ener.bit, importanti novità su energia, ambiente e territorio
Durante la Quarta Conferenza Nazionale sulle Comunità Energetiche, svoltasi il 26 e 27 ottobre a Roma, il direttore di Ener.bit, Alberto Prospero, ha presentato il modello per calcolare l’impronta di carbonio degli impianti associati alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Questo strumento, sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Torino, è stato accolto con interesse, ponendo la società biellese tra i pionieri nazionali ad apportare alle CER concreti indicatori di sostenibilità ambientale, in linea con gli obblighi normativi.
Le novità
“Grazie a questo strumento – dichiara Prospero -, potranno essere misurati e rendicontati gli impatti ambientali che le CER avranno sull’ambiente e il territorio. La valutazione dell’impronta carbonica non sarà limitata alle emissioni dirette della produzione energetica. Ma considera il sistema a 360°: dall’estrazione delle materie prime in miniera. Nel lavoro svolto in collaborazione con il Politecnico di Torino si calcola anche come il Carbon pay back time può ridursi se l’attività di estrazione, lavorazione e trattamento delle materie prime avvenga in ambito nazionale rispetto a paesi extra UE. Un calcolo che porta a risultati incredibili per la concezione ecologica: la vera economia circolare che nasce, produce e viene riutilizzata a impatto zero al termine del ‘carbon pay back time’; una svolta sul panorama energetico nazionale. Purtroppo, al di là degli incentivi ancora troppo pochi parlano di questo tema in ambito CER: tematica di prim’ordine non solo per il territorio, ma per tutto il pianeta e che la Fondazione CERio ha fatto propria. Ener.bit ha sempre puntato sulla riduzione delle emissioni e continueremo a lavorare per fornire una certificazione a tutte le imprese produttrici di CERio”.
L’analisi
L’analisi dimostra che l’energia prodotta dagli impianti compensa interamente l’impronta di carbonio generata, rafforzando l’approccio circolare e sostenibile: “Lo strumento, che sarà presto certificato da ente terzo – continua Prospero -, rappresenta un elemento di grande interesse per le imprese che vogliono migliorare i propri indicatori ESG (Environmental, Social, Governance), contribuendo a bilanci sociali e ambientali più solidi” e soprattutto una valutazione più favorevole delle banche che confermano un percorso accelerato di accesso al credito alle PMI sostenibili.
Gli incentivi
Un’importante novità riguarda l’ottenimento di incentivi per gli impianti situati in comuni sotto i 5000 abitanti. Grazie al Fondo PNRR, infatti, si potrà accedere a un contributo a fondo perduto pari al 40% del totale. Ener.bit si dimostra una realtà all’avanguardia che non tiene conto dei soli introiti, ma con una spiccata sensibilità rivolta al territorio: “Grazie al sostegno dei produttori abbiamo potuto estendere i benefici anche ai membri consumatori delle CER, attraverso un regolamento che ridistribuisce con equilibrio parte dei vantaggi economici derivanti dagli incentivi, creando così un valore aggiunto per l’intera comunità” conclude il direttore.
Ener.bit si conferma un punto di riferimento a livello nazionale e promotore attivo di una transizione energetica che sa guardare in ogni direzione: dalla produzione ai consumi, dall’impatto ambientale a quello sociale. Un esempio di come innovazione e sostenibilità possano, insieme, creare valore a beneficio di tutti.
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