L’ex assessora all’Urbanistica di Verona, Ilaria Segala , è tra i 77 indagati nell’inchiesta della Dda di Trento, che ha portato agli arresti domiciliari di nove persone, tra cui Cristina Santi, sindaca leghista di Riva del Garda. Al centro dell’indagine, il magnate austriaco Renè Benko , fondatore del gruppo Signa, già noto per progetti immobiliari di grande rilevanza, come la riconversione dell’ex scalo merci ferroviario di Santa Lucia a Verona.
L’accusa
L’inchiesta ipotizza reati che spaziano dall’associazione per delinquere con metodo mafioso alla turbativa d’asta, corruzione, finanziamento illecito ai partiti, traffico di influenze illecite e truffa . Gli imprenditori coinvolti avrebbero finanziato campagne elettorali in cambio di agevolazioni per progetti immobiliari.
Nel caso di Ilaria Segala, l’accusa riguarda presunti atti di turbativa d’asta : avrebbe condiviso documenti riservati relativi a una gara, favorendo interessi privati. La sua posizione si intreccia con l’assegnazione del progetto del “Central Park” di Verona, vinto da società legata al gruppo di Benko.
Operazione e perquisizioni
L’operazione, coordinata dalla Dda di Trento e condotta da carabinieri e Guardia di finanza , ha comportato oltre 100 perquisizioni in Italia e all’estero. Le indagini hanno portato alla luce l’esistenza di un gruppo organizzato capace di influenzare la pubblica amministrazione, soprattutto nel settore immobiliare del Trentino-Alto Adige.
Il Gip di Trento ha confermato l’aggravante del metodo mafioso , associato a un’organizzazione che comprendeva 11 amministratori pubblici, 20 funzionari, membri delle forze dell’ordine e imprenditori. Anche diverse aziende risultano indagate per responsabilità amministrativa, un aspetto che amplia il raggio d’azione dell’inchiesta.
Implicazioni per Verona
Il coinvolgimento dell’ex assessore Segala accende i riflettori su presuntetà irregolari nella gestione urbanistica della città. Il progetto di riconversione dello scalo merci di Santa Lucia, un’opera dal valore strategico e simbolico per Verona, diventa un elemento chiave dell’indagine. Questo episodio solleva interrogativi sull’influenza degli interessi privati nelle decisioni pubbliche e sull’integrità delle procedure amministrative.
L’inchiesta è ancora in corso, e le autorità stanno valutando ulteriori sviluppi. Nel frattempo, il caso solleva questioni cruciali sulla trasparenza e sull’etica nella gestione della cosa pubblica .
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