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Industria 4.0, nel Triveneto il 75% delle imprese adotta tecnologie digitali, ma la transizione green è ancora lenta #finsubito prestito immediato


Il 75% delle imprese del Triveneto ha abbracciato la rivoluzione digitale, ma la strada verso la sostenibilità ambientale è ancora lunga: è quanto emerge dall’Osservatorio Industria 4.0 di Smact e Intesa Sanpaolo, presentato oggi a Padova: un’indagine condotta su aziende di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige attive in settori chiave della manifattura – elettronica, meccanica, elettrotecnica, farmaceutica, ICT, biomedicale, alimentare e bevande.

L’Osservatorio si propone di approfondire i percorsi di innovazione intrapresi dalle imprese, con uno sguardo alla transizione green, per supportare le scelte e gli investimenti delle PMI.

“I dati raccolti dall’Osservatorio evidenziano come la digitalizzazione sia ormai fermamente al centro dell’evoluzione delle imprese del territorio, che solo attraverso questo processo possono attivare percorsi di vera sostenibilità”, ha dichiarato Matteo Faggin, direttore generale di Smact Competence Center. “Dobbiamo fare ancora un grande lavoro, quindi, per estendere le opportunità della doppia transizione, digitale e ambientale, a tutte le imprese italiane. In questi percorsi, che sappiamo essere per nulla facili, i competence center come Smact offrono un sostegno fondamentale, grazie alle competenze nostre e dei nostri partner universitari e imprenditoriali e alla nostra offerta formativa”.

Diffusione delle tecnologie 4.0: la robotica tra le tecnologie più utilizzate

Circa il 75% delle 252 imprese del Triveneto coinvolte dall’indagine adotta tecnologie 4.0, con valori vicini al 90% per le realtà più grandi. Ma anche tra le aziende più piccole si registra un buon grado di diffusione: oltre il 60% dichiara di adottare almeno una tecnologia.

Tra le tecnologie più utilizzate spiccano:

  • Robotica: presente nel 47% delle aziende, utilizzata per automatizzare processi e aumentare l’efficienza produttiva.
  • Archiviazione, trasmissione e analisi dati: adottata dal 44% delle imprese, per gestire e sfruttare al meglio le informazioni aziendali.
  • Cloud computing: utilizzato dal 28% delle aziende per la flessibilità e l’accessibilità ai dati e alle applicazioni.
  • Magazzini automatizzati: presenti nel 28% delle imprese, per ottimizzare la gestione del magazzino e la logistica.
  • Cybersecurity: adottata dal 24% delle aziende, per proteggere i sistemi informatici e i dati aziendali.

L’adozione di soluzioni più avanzate come l’intelligenza artificiale è meno diffusa (meno del 10%), ma in crescita, soprattutto per le attività di ricerca e sviluppo e marketing.

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“L’investimento sul fronte digitale risulta però differenziato sia in termini di intensità di investimento sia sul fronte dei risultati raggiunti”, spiega Eleonora Di Maria, coordinatrice dell’Osservatorio 4.0 Smact.

Tra gli obiettivi raggiunti grazie al 4.0 tende a prevalere l’ottimizzazione dei processi: il 65% delle imprese indica di aver ottenuto benefici in termini di automazione, il 60% evidenzia vantaggi in termini di controllo e monitoraggio dei processi, oltre la metà delle imprese dichiara di aver aumentato la velocità di produzione. Il 66,3% di imprese dichiara inoltre che l’introduzione di tecnologie 4.0 ha consentito di avere una riduzione dei consumi di energia.

Per accompagnare l’adozione di soluzioni 4.0, quasi la metà delle imprese ha rivisto o intende rivedere (nel prossimo biennio) la propria struttura organizzativa, mentre una quota più limitata è intervenuta (o intende farlo a breve) sul proprio modello di business (33,2%)

I principali partner che accompagnano le aziende nell’adozione di tecnologie 4.0 sono i fornitori di tecnologie (85%) e di impianti e macchinari (70%). Seguono consulenti (18%), clienti (12%) e, in misura ancora limitata, università e centri di ricerca.

La transizione green non è ancora trainata dagli incentivi

L’Osservatorio ha analizzato per la prima volta anche la tematica della transizione green e il suo rapporto con quella digitale.

Le strategie più diffuse sul tema della sostenibilità ambientale riguardano l’utilizzo di tecnologie più efficienti per ridurre il consumo di energia (42%) e l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili (27%). Seguono poi i  sistemi di gestione e monitoraggio dei consumi energetici (17%) e all’isolamento termico (12%).

Dall’incrocio tra propensione al digitale e intensità green è stato possibile realizzare per la prima volta una mappatura del posizionamento 5.0: il 14,3% delle imprese del campione è ben avviato verso il processo di Transizione 5.0. Emerge, però, come oltre la metà di imprese sia ancora in ritardo su entrambi i fronti.

Nel biennio in corso (2024-2025) poco più di un’impresa su cinque dichiara che realizzerà investimenti 5.0. Solo il 5% dei rispondenti sostiene di aver rivisto al rialzo i propri piani di investimento in seguito alla presenza di crediti di imposta previsti dal Piano Transizione 5.0. Il 38,9% degli intervistati dichiara che non farà investimenti 5.0. Una quota rilevante (38%) esprime poi incertezza sulla possibilità di realizzazione investimenti 5.0, soprattutto tra quelle poco digitalizzate (49%). Su queste percentuali, almeno finora, può aver pesato la complessità dell’incentivo.

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Nel prossimo triennio resterà invece alto l’impegno in innovazione e capitale umano: tra le strategie adottate il 43% delle imprese si orienterà verso la ricerca e sviluppo e l’assunzione di personale.




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