La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è determinata a finalizzare l’accordo commerciale di libero scambio tra l’UE e il blocco Mercosur (formato da Brasile, Argentina, Paraguay e Uruguay), nonostante la forte opposizione della Francia e di altri Paesi europei, tra cui l’Italia e la Polonia, stia portando a una profonda spaccatura politica tra gli Stati membri. Von der Leyen è atterrata giovedì a Montevideo, in Uruguay, per portare a termine i negoziati che vanno avanti da quasi due decenni attraverso la sottoscrizione definitiva dell’accordo: «il traguardo dell’accordo Ue-Mercosur è ormai vicino», ha scritto su X aggiungendo: «Mettiamoci al lavoro, abbiamo la possibilità di creare un mercato di 700 milioni di persone. La più grande partnership commerciale e di investimento che il mondo abbia mai visto. Entrambe le regioni ne trarranno beneficio». Allo stesso tempo, il presidente francese Emmanuel Macron, alle prese con la crisi di governo che ha investito l’esecutivo francese, caduto dopo soli tre mesi, ha detto che l’accordo commerciale con il blocco sudamericano è «inaccettabile» nella sua forma attuale. A fare da sponda all’Eliseo è intervenuta anche l’Italia con posizioni molto simili a quelle della Francia, che vorrebbe una revisione dei termini dell’accordo. Forti sostenitrici dell’intesa, invece, sono la Germania e la Spagna, con la prima che ha esercitato forti pressioni per concludere il patto commerciale.
L’accordo di libero scambio tra l’UE e il Mercosur è finalizzato a creare una delle più grandi aree di libero scambio al mondo, coinvolgendo circa 720 milioni di persone e ha come obiettivo la facilitazione degli scambi commerciali tra i due blocchi. In particolare, i punti principali del patto comprendono la riduzione delle tariffe doganali, un maggiore accesso al mercato agricolo europeo da parte dei Paesi sudamericani appartenenti al blocco in cambio dell’agevolazione dell’esportazione di prodotti tipici da parte delle aziende europee e la tutela delle indicazioni geografiche per proteggere le eccellenze dell’agro-alimentare europeo. Nel dettaglio, l’intesa prevede l’eliminazione del 91% delle tariffe imposte dal Mercosur sui prodotti europei e quella del 92% delle tariffe dell’UE sui prodotti del Mercosur. Tuttavia, Paesi come Francia, Italia e Polonia, che si oppongono all’attuale forma dell’accordo, lamentano una concorrenza sleale dovuta all’importazione di prodotti a basso costo, possibile, a sua volta, a causa dei diversi criteri ambientali e sanitari previsti negli Stati sudamericani. In particolare, gli standard di produzione del Mercosur sarebbero molto meno elevati di quelli vigenti all’interno dell’Unione, mettendo potenzialmente a rischio anche la salute dei consumatori e dell’ambiente. Altre preoccupazioni riguardano le possibili perdite economiche per gli agricoltori europei e il potenziale aumento della deforestazione nei Paesi dell’America Latina.
Gli agricoltori francesi avevano già duramente protestato contro l’accordo di libero scambio nello scorso mese di novembre, quando il più grande sindacato agricolo francese, la FNSEA, aveva organizzato più di 80 manifestazioni di dissenso, tra cui raduni davanti agli edifici governativi e fuochi appiccati nei campi durante la notte in segno di rabbia. Allo stesso modo, il sindacato Coordination Rurale aveva definito l’intesa con il Mercosur come la «morte dell’agricoltura». «Le nostre azioni diventano più dure perché è una questione di sopravvivenza e vogliamo un futuro per i nostri giovani», aveva detto alla BFMTV la presidente del Coordinamento Rurale, Veronique Le Floc’h. Lo stesso presidente francese Macron aveva ribadito la sua contrarietà al concordato durante un recente viaggio in America Latina e aveva affermato che l’Assemblea nazionale avrebbe dovuto discutere e votare presto in merito alla questione. Per quanto riguarda l’Italia, fonti di Palazzo Chigi hanno riferito che l’esecutivo considera insoddisfacente il testo attuale dell’Accordo di associazione UE-Mercosur e subordina la firma a precise garanzie per il settore agricolo.
A insistere affinché si sottoscriva l’intesa, invece, è la Germania che – secondo il quotidiano Politico – nell’ultimo periodo ha intensificato la sua attività di lobbying con von der Leyen, che è tedesca, per concludere l’accordo. Questa settimana, il ministro degli Esteri teutonico, Annalena Baerbock ha incontrato la presidente della Commissione per fare pressione in questa direzione. Sempre secondo Politico, se lo scontro franco-tedesco dovesse inasprirsi, verrebbe messo in discussione il ruolo dell’esecutivo dell’UE come principale negoziatore negli accordi commerciali per conto dei 27 Stati membri, nonché l’intero funzionamento del mercato unico europeo che comprende 450 milioni di persone. La polemica sull’accordo di libero scambio, inoltre, mette bene in evidenza, da un lato, la grande diversità d’interessi che caratterizza le nazioni dell’UE – e dunque la loro divisione – e dall’altro, il profondo malcontento e le difficoltà in cui continua a versare il settore agricolo europeo.
[di Giorgia Audiello]
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui