Care lettrici, cari lettori,
la settimana ha avuto come evento principale un durissimo plenum al Csm per approvare il testo unico che fissa le regole per le future nomine agli incarichi. Il Consiglio si è spaccato a metà e ha visto formarsi nuove geometrie interne.
Su questo trovate un mio articolo in cui si spiega esattamente cosa è successo e una intervista al togato di Area, Marcello Basilico, che spiega la posizione della proposta “vincente”.
In settimana anche l’avvocatura ha avuto un momento importante: la celebrazione dei 150 anni della categoria.
Infine, il presidente dell’Unione camere penali Francesco Petrelli commenta in modo critico il nuovo video della Polizia penitenziaria, che mostra gli agenti in assetto antisommossa mentre brandiscono manganelli per pubblicizzare il nuovo calendario del corpo.
Plenum sulle nomine
Il plenum del Csm si è spaccato sul voto al testo unico che riforma i criteri in materia di nomine, segnando un solco profondo tra consiglieri.
Alla fine ha prevalso la proposta A, che ha confermato la discrezionalità del consiglio nelle nomine, sostenuta dall’inedita alleanza della corrente progressista di Area (sei voti) con quella conservatrice di Magistratura indipendente (sette voti), cui si sono aggiunti i voti del laico di Italia Viva Ernesto Carbone, della prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano e del procuratore generale di Cassazione, Luigi Salvato. Alla fine ha ottenuto 16 voti.
Il nuovo testo unico prevede interventi correttivi sul testo attuale con una distinzione tra indicatori specifici e generali, con una più precisa specificazione del rapporto, ma tende a lasciare al Csm un ampio margine di discrezionalità al momento della nomina, in ossequio al ruolo riconosciuto all’organo di governo autonomo della magistratura.
A soccombere con 14 voti è stata la proposta B – presentata da Magistratura democratica (un voto) insieme ai centristi di Unicost (quattro voti), in accordo con gli indipendenti Andrea Mirenda e Roberto Fontana – che invece prevedeva di fissare dei punteggi da attribuire ad ogni competenza dei candidati per le posizioni direttive e semidirettive, strutturando «a monte le regole del gioco», avevano spiegato i proponenti. Insieme hanno votato anche i laici del Pd e del M5S.
A sostenerla si sono schierati a sorpresa anche i cinque laici di centrodestra, incerti fino all’ultimo se astenersi – come già aveva fatto la consigliera Claudia Eccher in commissione – o se sostenere la proposta B come invece hanno fatto. «Di certo non daremo mai copertura ad un accordo tra Area e Mi» è stata la valutazione interna, che in ogni caso vedeva nella proposta coi punteggi la più coerente in prospettiva della separazione delle carriere.
Su questo ho intervistato il togato di Area, Marcello Basilico, che spiega la posizione della proposta “vincente”. A questa intervista, uscita oggi su Domani cartaceo, ha risposto l’indipendente Andrea Mirenda, che ha sostenuto la proposta non approvata con i punteggi: “Leggo con stupore l’intervista del consigliere Basilico e non posso fare a meno di sottolinearne la pesante e complessiva ipocrisia
Spieghi il consigliere Basilico al suo popolo, specie a chi lo ha eletto, quale sia il vero valore riformista di un TU sulla Dirigenza licenziato grazie ad una simpatica alleanza con la corrente da sempre descritta come collaterale al governo dei Kattivi di destra, con l’”aiutino” decisivo del vertice burocratico degli uffici giudiziari italiani.
C’è davvero qualcuno che vuol credere che questa fosse la strada giusta e necessaria per ridurre gli appetiti voraci delle due correnti – Area e MI – che attualmente governano il nominificio? Quelle che si accingono a mettere le manine bramose sul succulento pacchetto di 150 nomine a venire? Non ci crederebbe neppure Bianconiglio con la sveglia appesa al collo”.
150 anni dell’avvocatura
Si è svolto oggi a Roma, il convegno celebrativo organizzato dal Consiglio nazionale forense per i 150 anni della legge istitutiva dell’Ordine degli avvocati, con in sala circa 700 avvocati.
In questa occasione il presidente del Cnf, Francesco Greco, ha detto che «non c’è democrazia senza gli avvocati. Essi sono pilastri dello Stato di diritto, garanti di una società in cui i diritti non sono solo proclamati, ma effettivamente tutelati» e per questo c’è la necessità di «una riforma che sancisca il definitivo riconoscimento dell’avvocato in Costituzione».
Durante il convegno, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha detto che «il mio rammarico è che purtroppo nel progetto di legge sulla separazione delle carriere non siamo riusciti a inserire l’avvocato in Costituzione, come vi avevo promesso lo scorso anno. Ma è una mancanza a cui cercheremo di porre rimedio presto».
dl giustizia
Il decreto legge Giustizia, approvato dal consiglio dei ministri, partirà il suo iter dal Senato. Il testo contiene misure che riguardano il braccialetto elettronico, il termine per le elezioni dei consigli giudiziari e del Consiglio direttivo della Corte di cassazione, la disciplina istitutiva del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria e i magistrati assegnati ai procedimenti in materia di famiglia. Sono saltati invece i provvedimenti disciplinari per i magistrati in caso di mancata astensione se hanno esternato su argomenti di cui si trovano a giudicare e anche le nuove norme in materia di cybersicurezza.
Sui rinvii delle elezioni è intervenuto il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, «Sono sorpreso per quanto affermato dal ministero della Giustizia in merito al rinvio delle elezioni per i consigli giudiziari. Il rinvio non è mai stato chiesto dall’Associazione nazionale magistrati, come erroneamente affermato. È probabile che il Ministro faccia confusione con sue interlocuzioni con altri soggetti» e «Il problema, che sembra non essere colto, è quello di un rinvio del tutto tardivo a poche ore dall’inizio delle votazioni, che ha creato forte disagio e ha dato l’impressione di una scarsa considerazione per il sistema del governo autonomo della magistratura».
Riforma Nordio e separazione delle carriere
Il 9 dicembre arriva in aula alla Camera la riforma costituzionale della giustizia, che contiene la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, la creazione di due Csm con membri eletti per sorteggio e di una Alta corte per il disciplinare.
Dimissioni di Iolanda Apostolico
La giudice del Tribunale di Catania Iolanda Apostolico si è dimessa dall’ordine giudiziario a circa un anno di distanza dagli attacchi di alcuni esponenti della maggioranza, in primis del vicepremier Matteo Salvini. Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha accolto la sua richiesta di dimissioni che avranno efficacia a partire dal 15 dicembre 2024.
Apostolico era stata criticata per aver partecipato a una manifestazione nell’agosto del 2018 per far sbarcare i migranti dalla nave Diciotti e per non aver convalidato il trattenimento di alcuni migranti all’interno del centro di permanenza per il rimpatrio (cpr) di Pozzallo. Immediata la reazione della Lega in una nota: «Iolanda Apostolico ha lasciato la magistratura: meglio tardi che mai. Ora potrà comportarsi come una esponente di Rifondazione comunista senza creare imbarazzi».
Il segretario di Md, Stefano Musolino, ha detto che«Queste dimissioni turbano l’intera magistratura» e «La mancata presa di posizione del Csm sugli attacchi a Iolanda Apostolico, aggrava questo senso di isolamento che da individuale, tende pericolosamente a diventare collettivo». «Un magistrato più debole, più esposto alle critiche anche per ordinarie scelte di vita piuttosto che per la qualità dei suoi argomenti giuridici, rischia – sottolinea Musolino – di essere un magistrato meno autonomo ed indipendente».
Le motivazioni della Consulta sull’autonomia
Le motivazioni della parziale incostituzionalità della riforma dell’Autonomia differenziata – 166 pagine molto dense depositate – smontano in maniera decisa il cuore della legge Calderoli.
La sentenza esplicita i sette profili su cui la riforma è costituzionalmente carente e i cinque correttivi necessari. E ha due destinatari principali: la Cassazione che deve decidere sulla validità del referendum abrogativo su cui sono state raccolte le firme e il parlamento che – se si riusciranno a comporre le posizioni dei singoli partiti – dovrà intervenire con profonde modifiche, costituzionalmente orientate, alla legge.
Tra i punti fondamentali di criticità, emerge il fatto che la riforma non rispetti il principio di «sussidiarietà». Il correttivo individuato è quello di rendere necessario che l’eventuale autonomia venga concessa per singole «funzioni» e non, invece, per blocchi di materie come previsto dalla riforma.
La Corte, inoltre, fissa un elenco delle materie in cui la concessione dell’autonomia è «in linea di massima, difficilmente giustificabile secondo il principio di sussidiarietà».
Il riferimento è ad alcune materie fissate dal 116 comma tre: quelle in cui «predominano le regolamentazioni dell’Unione europea» come la politica commerciale comune, la tutela dell’ambiente, la produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia e del sistema elettrico e le grandi reti di trasporto e di navigazione, le «norme generali sull’istruzione» che hanno una «valenza necessariamente generale e unitaria», le funzioni relative alla materia delle «professioni», in particolare quelle ordinistiche, e i sistemi di comunicazione (elettronica o di internet) che hanno finalità di tutela dei consumatori e dunque afferiscono alla materia «tutela della concorrenza».
Minacce all’avvocato di Turetta
All’avvocato Giovanni Caruso, legale difensore di Filippo Turetta, è stata recapitata una busta con tre proiettili nel suo studio padovano. La minaccia è arrivata a poche ore dalla condanna del suo assistito all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin e la Questura e Digos, polizia scientifica e Squadra mobile hanno avviato le indagini per risalire all’autore della minaccia. Nel frattempo sono state adottate misure di ‘vigilanza dinamica’ allo studio, all’abitazione e all’Universita’ di Padova, dove il legale è ordinario di diritto penale.
La Cassazione su Davigo
La Cassazione ha stabilito che ci sarà un appello bis per Piercamillo Davigo, condannato in appello a un anno e tre mesi per rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito delle molte inchieste sui verbali della Loggia Ungheria.
I giudici della Sesta Sezione Penale della Cassazione hanno annullato con rinvio la parte della sentenza d’appello sulla rivelazione a terzi dei verbali mentre hanno dichiarato irrevocabile la responsabilità per quanto riguarda la condotta contestata in concorso.
L’avvocato Franco Coppi ha ricordato che «il dottor Paolo Storari è stato assolto perché non ha agito con dolo. Se quindi non c’è reato da parte dell’intraneo – ha evidenziato – non può essere considerato correo l’estraneo».
I primi nomi dei candidati per l’Anm
In attesa della definitiva ufficializzazione nei termini statutari, Area democratica per la Giustizia ha presentato le candidature per le prossime elezioni al Comitato direttivo centrale dell’Anm, qui la lista.
Nomine al Csm
Presidente corte appello Caltanissetta: nominata Domenica Motta, attualmente consigliere corte appello Catania
Presidente tribunale Torre Annunziata: nominata Giovanna Ceppaluni, attualmente Presidente sezione GIP Napoli
Procuratore Lecce: nominato Giuseppe Capoccia, attualmente sostituto procuratore Crotone
Procuratore Paola: nominato Domenico Fiordalisi, attualmente consigliere corte cassazione
Presidente sezione corte appello Lecce: nominato Carlo Errico, consigliere corte appello Lecce
Presidente sezione corte appello Salerno: nominato Vincenzo Ferrara, presidente sezione tribunale Salerno
Presidente sezione corte appello Bari: nominata Giovanna De Scisciolo, presidente sezione corte appello Taranto
Presidente sezione tribunale Palermo: nominato Angelo Pellino, attualmente presidente sezione corte appello Palermo
La Quinta Commissione del Csm, ha deliberato di proporre al Plenum le seguenti nomine (incarichi direttivi e semi direttivi) votate all’unanimità dei presenti: nuovo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, dott.ssa Patrizia Castaldini. Nuovo Presidente della Corte di Appello di Potenza, dott.ssa Gabriella Reillo. Nuovo Presidente del Tribunale di Pescara, dott. Luigi Cirillo. Nuovo Procuratore Aggiunto del Tribunale di Genova, dott. Marco Zocco. Nuovo Avvocato Generale presso la Corte di Appello di Napoli, dott.ssa Simona Di Monte. Nuovo Presidente di Sezione del Tribunale di Locri- settore penale, dott. Roberto Giovanni Mazza Inoltre, la Quinta Commissione – non all’unanimità – ha deliberato di proporre al Plenum la nomina del nuovo Presidente del Tribunale di Crotone, 4 voti sono stati espressi per la dott.ssa Maria Luisa Antonietta Mingrone e 1 voto è stato espresso per il dott. Massimo Forciniti , un astenuto.
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