FERMO Finisce nei guai un tabaccaio del Fermano che patteggia la pena a 22 mesi al termine del processo che si è tenuto in tribunale a Fermo. Alla sbarra il commerciante che doveva rispondere all’accusa di peculato.
La ricostruzione
Secondo quanto è stato ricostruito in Procura, attraverso un raggiro il tabaccaio avrebbe intascato oltre 5mila euro. Per lui, difeso dall’avvocato Roberta Bizzarri, la pena è stata comunque sospesa. In sostanza i clienti andavano nella sua tabaccheria per pagare le tasse ma lui poi non avrebbe mai versato gli importi dovuti allo Stato.
Il caso è finito nell’udienza di ieri davanti al gup del tribunale di Fermo che ha accolto il patteggiamento proposto dalla difesa al pm ed ha applicato la pena di 22 mesi per peculato. Riconosciute le attenuanti generiche. I reati contestati all’imputato vanno dal 14 novembre 2018 fino al 3 gennaio dell’anno successivo. Secondo l’accusa, sostenuta ieri in aula dal procuratore capo Raffaele Iannella (il titolare del caso è il pm Alessandro Pazzaglia), l’uomo dopo aver ricevuto i pagamenti avrebbe poi trattenuto almeno una parte delle somme che erano state versate dai contribuenti nella sua tabaccheria. Per la precisione l’importo intascato, sempre secondo la versione fornita dall’accusa, ammonta a 5.285 euro.
I particolari
Si tratta di attività che sono prerogativa di molte tabaccherie e che facilitano spesso i pagamenti senza dover ricorrere ad altri servizi. I contributi erano infatti di varia natura, dall’acquisto delle marche da bollo per gli atti e le ricevute fino al saldo dei bolli per pagare le tasse automobilistiche. Una volta ricevuti i soldi, avviava il meccanismo per il pagamento ma poi, alla presenza del cliente, lo interrompeva rilasciando una ricevuta fittizia e quindi girando la somma su un conto corrente.
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