Un vero e proprio vortice fatto di prestiti a tassi usurari per fare fronte alla restituzione di altre somme, sempre con interessi a strozzo. Gli agenti del commissariato di Castel Volturno e della squadra mobile della polizia di stato di Caserta arrestano tre persone, tutte di Casalnuovo, per usura ed estorsione ai danni di una coppia di Castel Volturno. Per tutti si sono aperte le porte del carcere.
L’indagine
L’indagine, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (pm Gionata Fiore) scatta nel settembre 2023 quando l’auto della coppia viene danneggiata senza un apparente motivo. Gli agenti del commissariato di Castel Volturno, guidato dal dirigente Pasquale Lamitella, avviano le indagini. I poliziotti riescono a creare un legame di fiducia con le vittime che si decidono a denunciare i tre usurai, tra cui il loro cognato, un 65enne incensurato, tutti destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita oggi.
Vengono sentiti testimoni e acquisiti filmati delle telecamere ma anche taccuini ed agendine su cui le vittime avevano appuntato le somme restituite agli strozzini dal 2018 fino a quel momento.
Il cognato strozzino e lo schema dell’usura
Da quanto accertato, il primo prestito viene dato alle vittime dal cognato 65enne mentre gli altri due indagati (un 53enne e una 56enne) avrebbero fatto da garanti ed intermediari. La prima somma data, tra i duemila e i tremila euro, prevedeva un piano di rientro con rate a cadenza mensile su cui già erano applicati interessi usurari. Più alta era la rata e più basso era l’interesse. A ogni ritardo o mancato pagamento a quelle somme si aggiungono ulteriori interessi. Per fare fronte al pagamento del debito le due vittime finiscono per chiedere ulteriori prestiti finendo, così, in una spirale dell’usura infinita.Â
L’auto data a garanziaÂ
Le vittime, a quel punto, danno la propria auto a garanzia. Una vettura necessaria al marito della coppia per andare a lavorare. Non potendo più recarsi al lavoro il malcapitato smette di guadagnare non riuscendo più quindi a fare fronte alla restituzione dei soldi. Somme che le indagini non sono state in grado di quantificare nella loro totalità ma di cui si intuisce l’entità dai taccuini nelle mani degli inquirenti: “Le somme nei taccuini erano reali”, ha chiarito il commissario Gianluca Tuccillo della squadra mobile casertana nel corso di una conferenza stampa indetta in Questura durante la quale sono stati svelati i dettagli dell’operazione.
Le ritorsioni
Una volta che le vittime non sono riuscite più a pagare sono iniziate le ritorsioni, tra cui il danneggiamento dell’auto (nel frattempo restituita alle vittime) o anche minacce verbali.Â
“Denunciare serve ad avere giustizia”
Nel corso della conferenza stampa, il capo della squadra mobile di Caserta, Dario MongiovÃ, ha evidenziato l’importanza di denunciare simili episodi. “Solo denunciando – ha detto – si può uscire da questo vortice negativo che può culminare, come in questo caso, in episodi ritorsivo e minacce. Per avere giustizia le vittime non hanno altra strada della denuncia”.
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