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Ricambio generazionale, in Italia i giovani imprenditori sono il 7,5% #finsubito prestito immediato




Giovani e tecnologia a braccetto anche in agricoltura – xFarm Tecnologies

Tecnologia, amore per la natura, tradizione e sostenibilità. Sono questi i motivi del ritorno di tanti giovani all’agricoltura. Anche se le aziende agricole italiane condotte da imprenditori under 40 sono solo il 7,5% del totale. Una percentuale in aumento, che tuttavia non basta a ringiovanire un settore dove l’età media degli agricoltori è di 63 anni. Questi numeri ci distanziano molto dal resto d’Europa. Se nel nostro Paese si conta una impresa su cinque condotta da un giovane sotto i 40 anni, in Europa la media è di poco inferiore a una su tre: questo conferma l’urgenza di favorire un ricambio generazionale anche nell’ottica di una modernizzazione del settore. «Possiamo avere anche la macchina agricola più innovativa del mondo, ma dietro di essa ci deve essere qualcuno che la guida: questo qualcuno è un giovane – spiega Paola Adami, direttrice di Itasf, Rete degli istituti agrari senza frontiere -. Sul totale di oltre 1,3 milioni di imprese agricole attive in Italia solo 100mila sono gestite da giovani, propensi a innovare e attenti al tema della sostenibilità». Per Marco Carloni, presidente della commissione Agricoltura della Camera, ci sono due priorità: la necessità di continuare a promuovere l’innovazione tecnologica nel settore primario e di agevolare il ricambio generazionale. Dalla Cia-Confederazione italiana degli agricoltori, attraverso le parole del suo presidente Cristiano Fini, è arrivato però un rilievo critico: non sono ancora stati varati i decreti attuativi della legge 36 del 2024 che prevede tra gli altri contributi diretti e incentivi fiscali per la formazione. Questi decreti sono necessari per mettere a regime risorse pari a 200 milioni di euro.

Intanto la Fondazione Enpaia, l’Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura, archivia un 2023 positivo, con un utile di 16,2 milioni di euro, in crescita rispetto ai 10,6 milioni conseguiti nel 2022, confermando un ottimo stato di salute. Rispetto al 2022, nel 2023 gli iscritti attivi sono cresciuti di 791 unità attestandosi a 40.474 (+2%) e le aziende sono aumentate del +1,7% (9.134 aziende, +150 rispetto al precedente esercizio). Ribadita l’erosione del divario di genere tra gli iscritti. La popolazione maschile, che rimane comunque maggioritaria, si è attestata a 20.751 unità, pari al 51,3% totale (-0,7 punti percentuali rispetto al 2022), mentre le donne iscritte sono passate dal 48,1% del 2022 al 48,7% del 2023. C’è una maggiore dinamicità della popolazione femminile: l’80% dei 791 nuovi iscritti attivi a fine 2023 è infatti rappresentato da donne (633). Il futuro della Fondazione è destinato, quindi, a essere sempre più rosa. Le entrate contributive accertate della gestione ordinaria sono state complessivamente pari a 163.378.965 euro, in aumento del 5% rispetto all’esercizio precedente. La raccolta dei contributi non ha risentito dei valori economici negativi dell’agricoltura italiana: non si sono, infatti, registrati cali nella riscossione dei contributi da parte delle aziende iscritte. Ciò conferma la solidità finanziaria dell’agricoltura italiana. Le prestazioni erogate dalla Fondazione sono state, invece, pari a 145.743.037 euro, in diminuzione del 6%rispetto a quanto corrisposto agli iscritti del 2022. Sul fronte degli investimenti finanziari, nel 2023 Enpaia ha investito circa 515 milioni di euro e disinvestito circa 440 milioni di euro, aumentando gli investimenti diretti, soprattutto titoli di Stato e obbligazioni societarie, e quelli in fondi armonizzati e alternativi. La redditività degli investimenti si è attestata a +2,62%, inferiore di circa due punti percentuali rispetto all’esercizio precedente. Il rendimento netto complessivo, calcolato sull’intero portafoglio mobiliare e immobiliare della Fondazione, si attesta sul 2,49%,rispetto al 5,03% del 2022. Positivo il quadro di previsione per il 2024: gli iscritti dovrebbero attestarsi a 40.919, in crescita dell’1,1% rispetto al 2023, mentre il rendimento lordo della gestione finanziaria è stimato a 3,24%. Il patrimonio medio si attesta a 2.146.584.120 euro; il rendimento lordo complessivo del 2024 è previsto pari a 3,42% rispetto al 2,95% del 2023.

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La tecnologia nei campi e nelle stalle

Nell’arco di sei anni – dal 2017 al 2023 – l’agricoltura 4.0 in Italia ha fatto passi da gigante. Nel 2017 le aziende digitalizzate totalizzavano un fatturato di 100 milioni di euro, l’anno scorso hanno raggiunto i 2,3 miliardi. Una crescita del mercato supportata dal costante aumento del numero delle imprese che si sono innovate in ottica 4.0 e che nel 2024 hanno raggiunto la soglia delle 400. Più del 60% delle soluzioni introdotte dalle aziende riguardano il controllo e il monitoraggio da remoto di colture e terreni, nonché le tecnologie di supporto decisionale. Il 75% delle innovazioni è rappresentato da sistemi per la raccolta e la valorizzazione dei dati, il 59% da soluzioni IoT, il 58% da piattaforme software. Ancora poco utilizzate invece l’intelligenza artificiale e il machine learning. Inoltre il progetto europeo QuantiFarm coinvolge 100 imprenditori agricoli e 20 Paesi per analizzare gli impatti delle tecnologie 4.0 sui ricavi, sulla redditività, sull’ambiente e sulla qualità della vita dei coltivatori. Alcune esperienze hanno consentito di confermare i vantaggi assicurati da una gestione 4.0 dell’impresa agricola. La maggior parte dei casi esaminati finora ha infatti registrato una crescita dei ricavi e contemporaneamente una riduzione dei consumi di acqua, energia carburante. Rilevante anche l’impatto sociale, con un migliore bilanciamento tra vita privata e vita professionale.

La nuova Irrigazione Sensorless, il modulo Agricoltura Rigenerativa, le Polizze Parametriche, il Modulo Connect e il rinnovato Modulo Macchinari sono tra le innovazioni di xFarm Technologies, tech company che punta alla digitalizzazione del settore agroalimentare, supportando il lavoro di 450mila aziende agricole appartenenti a più di 100 filiere su oltre sette milioni di ettari in tutto il mondo. Irrigazione Sensorless è una nuova opzione presente nel sistema di supporto alle decisioni del Modulo Irrigazione, in grado di aiutare l’agricoltore nell’uso efficiente dell’acqua, risorsa sempre più scarsa e preziosa. Una volta definite le proprie parcelle con le relative colture, questa nuova funzione permette all’utente di fare una valutazione del contenuto idrico fogliare tramite satellite, senza dover installare alcun sensore, oppure permette una combinazione di valutazione tra i rilevamenti satellitari e i dati raccolti dai sensori in campo. Grazie a questi dati, il sistema riesce a calcolare il bilancio idrico e a fornire un consiglio irriguo, indicando con precisione quando sarà necessario irrigare e quanti mm di acqua dovranno essere forniti a ciascuna coltura. Rigenerativa è una nuova sezione del Modulo Sostenibilità, che verrà a tendere rinnovato con l’implementazione di ulteriori sotto-moduli. Questa sezione, pensata per l’agricoltore facente parte di una filiera, è composta da diversi percorsi configurabili per accedere ai benefici dell’Agricoltura Rigenerativa, un approccio di gestione basato sulla scelta di precise pratiche agricole e agronomiche, che mirano al miglioramento dello stato di salute del suolo. La sezione include un sistema MRV (Monitoring, Reporting, Verification) che permette di seguire l’andamento di Emissioni e Sequestro di CO2 equivalenti negli anni, garantendo alla filiera la verifica dell’adozione delle pratiche, sia manualmente che tramite satellite. Il Modulo Connect permette agli utenti di gestire con facilità tutte le integrazioni, collegando macchinari, software di gestione agricola esterni, servizi di documentazione e molto altro, il tutto con pochi clic. Questo è possibile tramite una pagina in cui visionare tutte le connessioni attive sul proprio account e le connessioni disponibili che possono essere attivate. Dalla pagina di dettaglio di una singola connessione, poi, l’utente può visualizzare informazioni quali i moduli coinvolti dalla connessione e le modalità di connessione, e gestire autonomamente, ove possibile, le modalità di scambio dati e di sincronizzazione. In questo modo, tutti i dati verranno automaticamente sincronizzati tra le varie piattaforme, eliminando la necessità di inserire manualmente le informazioni su più sistemi. xFarm Connect, renderà possibile centralizzare in un’unica soluzione tutte le informazioni essenziali, semplificando la gestione e migliorando l’efficienza operativa.

Rinnovato anche il Modulo Macchinari, per una gestione dei dati di macchine e attrezzi ancora più precisa e completa. Oltre all’invio dei task ai macchinari, la registrazione automatica delle attività svolte dai mezzi e la manutenzione predittiva, la piattaforma offre all’agricoltore un’interfaccia con una visione unificata di tutti i principali macchinari a prescindere dal marchio, con la possibilità quindi di vedere cosa accade in azienda anche nel caso di grandi flotte e una ottimizzazione della visualizzazione della telemetria di tutti i mezzi. In questo mondo si crea un valore aggiunto non solo per l’industria metalmeccanica, ma anche per le filiere agroalimentari, che potranno così soddisfare requisiti di tracciabilità indispensabili per monitorare la sostenibilità ambientale e implementare pratiche di Agricoltura Rigenerativa.

Una novità importante sono le Polizze Parametriche, sviluppate grazie alle competenze di Zurich Italia e xFarm e pensate per proteggere le aziende agricole da eventi meteorologici estremi, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Il Modulo Assicurazioni consentirà di attivare una o più polizze e di monitorare in tempo reale i parametri che ne regolano il funzionamento direttamente dall’App xFarm. Ogni agricoltore avrà la possibilità di ottenere un rimborso automatico durante la stagione o al termine di ciascuna fase fenologica, senza la necessità di intervento da parte di un perito. Questo processo permette una liquidazione rapida del rimborso, fornendo così agli agricoltori le risorse necessarie per agire tempestivamente in campo, a tutela delle colture. Tra le polizze già disponibili ci sono la Polizza Zurich Extra-Irrigazione, pensata per coprire i costi extra di irrigazione a seguito di piogge inferiori alle attese e la Polizza Zurich Extra-Trattamenti, che rimborsa i costi per trattamenti aggiuntivi in caso di pressione infettiva superiore alla media.

La sfida della Cooperativa Latte Arborea

L’Unione Europea nei prossimi dieci anni potrebbe vedere chiudere il 13% degli allevamenti bovini. Sono diversi gli elementi che mettono a rischio il settore, non ultima la mancanza di giovani che scelgono la strada dell’allevamento. In numerosi Stati la percentuale di agricoltori di 65 anni o più supera quella dei giovani. Criticità come i costi dell’energia, dei fertilizzanti e la diminuzione dei prezzi del latte crudo minano i margini di profitto degli allevatori. L’impegno e i numeri della Cooperativa Latte Arborea sono in controtendenza e concentrati su tutela del prezzo del latte e ricambio generazionale per contrastare la crisi del comparto. Specializzata nella raccolta e trasformazione di latte vaccino e caprino, è il terzo player nazionale nel latte Uht e leader del mercato lattiero-caseario in Sardegna. È attualmente composta da 158 aziende agricole che ne rappresentano l’asset principale, tutelato attraverso interventi volti a garantire la corretta remunerazione litro/latte. Nel 2023 la remunerazione del latte ai soci è stata infatti mediamente di 0,60 euro/litro Iva inclusa, nonostante il trend di flessione generale; lo scorso anno la produzione di latte bovino si è attestata a 181 milioni di litri; il fatturato 2023 è stato di 232 milioni di euro, il più elevato in oltre 65 anni di storia e in crescita del 7% rispetto al 2022; da anni la 3A è impegnata con programmi di orientamento e formazione degli allevatori per condividere, soprattutto con i giovani, buone pratiche e innovazioni nel settore. In aggiunta, la scorsa estate ad Arborea si è tenuta la 17esima convention di Agafi-Attività giovani allevatori frisona italiana, durante la quale è stato organizzato un momento di scambio e visita dello stabilimento aziendale.

«Siamo in prima linea per supportare i nostri soci, e il sostegno ai giovani è un elemento fondamentale in un settore che ha già visto tante aziende chiudere i battenti. Abbiamo messo in atto una riorganizzazione aziendale che ha l’obiettivo di garantire agli allevatori sempre il miglior prezzo, a prescindere dallo scenario di mercato – commenta Remigio Sequi, presidente e amministratore delegato della Cooperativa Latte Arborea -. Mantenere i nostri giovani all’interno delle aziende create dalle loro famiglie è una scommessa che non possiamo perdere, sia per non mettere a rischio una filiera che complessivamente coinvolge 3mila persone, sia per tutelare delle produzioni agroalimentari tipiche simbolo del made in Italy nel mondo. Auspichiamo quindi che il tema del passaggio generazionale in agricoltura assuma una crescente priorità nel dibattito pubblico e nell’agenda politica delle istituzioni nazionali e regionali».

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«Fin da quando studiavo ho iniziato ad alternare lezioni e lavoro nell’azienda di famiglia nei pomeriggi e nei weekend – racconta Marco Beltrame, 22 anni, imprenditore, socio della Cooperativa Latte Arborea, presidente di Agafi Sardegna e Giovani allevatori Arborea –. Dopo i primi anni di gavetta e un’esperienza precedente, mi sono dedicato totalmente al lavoro in azienda e oggi sono impegnato, oltre che come presidente della sezione giovani di Arborea, come gestore dell’alimentazione degli animali durante le fiere. Ho viaggiato infatti in Italia e Belgio. Del mio lavoro di imprenditore amo la varietà delle attività, perché mi piace essere attivo a 360 gradi, seguendo quindi la parte riproduttiva, quella zootecnica, ma anche economica e contabile. Alla base di tutto c’è la passione, che aiuta a mettersi alla prova con un lavoro impegnativo ma che sta cambiando. Questo grazie alla tecnologia, che migliora il benessere degli animali e la qualità della vita di chi lavora nel quotidiano. Un esempio pratico? L’introduzione dei robot che avvicinano l’unifeed alla mangiatoia degli animali: le braccia e la schiena a fine giornata ringraziano, e gli animali incrementano la produzione. Il prezzo del latte è certamente un aspetto positivo e del quale siamo lieti, ma un supporto dalle istituzioni aiuterebbe a incrementare gli investimenti in un settore che può riservare soddisfazioni che ripagano dei momenti più faticosi. Molti giovani preferiscono lavori che richiedono meno sacrificio, ma l’allevamento oggi è una professione che permette di costruirsi un futuro stabile nella propria terra, ricco di soddisfazioni e remunerativo».

Anche per Matteo Panetto, 26 anni, imprenditore, socio e componente del Cda della Cooperativa Latte Arborea, «l’allevatore è un mestiere in evoluzione, nel quale è fondamentale che le nuove generazioni possano avere lo spazio per mettersi alla prova, anche per sbagliare, e continuare così a imparare garantendo il futuro di Arborea. Molto spesso parlando con altri giovani emergono alcuni cliché verso questo lavoro, che ormai però sono per lo più pregiudizi: non avere mai tempo libero o passare tutta la giornata sotto il sole non sono assolutamente gli unici aspetti della professione dell’allevatore, c’è molto di più. Attingendo dal mio percorso di studi, ad esempio, ho avuto la possibilità di portare la tecnologia nella nostra azienda di famiglia. Con la mungitura automatizzata oggi la prima attività a cui ci si dedica la mattina appena arrivati è proprio il monitoraggio dello stato degli animali al pc, raccogliendo dati e interpretandoli nella maniera più corretta per incrementare il loro benessere. Una visione che ho introdotto passo dopo passo nella nostra realtà, soppesando i tempi per conciliarli con l’esperienza e il punto di vista diverso della generazione dei miei genitori, e che sta dando risultati concreti. Non a caso, l’età media delle vacche in stalla si è alzata, sono più longeve. Del mio lavoro amo il contatto con gli animali e la vita all’aria aperta, oltre all’emozione che mi regala sapere che sto portando avanti un progetto iniziato da mio nonno. E se la giornata inizia presto, queste soddisfazioni bilanciano la fatica: per chi ha passione e intraprendenza la strada dell’allevamento può essere appagante. Come produttori di un bene primario, perché alimentare, maggiore riconoscimento e supporto da parte delle istituzioni sarebbero segnali determinanti».





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