«Avellino ha il suo tunnel, tutto merito della nostra straordinaria esperienza amministrativa. Oggi è un grandissimo giorno per tutti noi, la storia ce ne darà merito. Sulle inchieste, la realtà supera la fantasia. Ma parlerò, e in molti dovranno rivedere le loro parole».
Ha la carica dei giorni migliori l’ex sindaco Gianluca Festa. È di fatto l’ex fascia tricolore a rubare la scena a Laura Nargi in occasione dell’apertura del tunnel. Proprio quando la sindaca fa anzitutto un ringraziamento al lavoro svolto dalla precedente amministrazione, ecco che arriva Festa.
«C’è anche Gianluca» dice Nargi, negli attimi in cui resta da capire che fare con il nastro posto a chiusura della strada, con la Nargi pronta a varcare in auto blu per prima il sottopasso, ecco che Festa lo rompe. Con grande lucidità, si offre ai taccuini della stampa, per l’intervento più corposo mai rilasciato in città dalla fine dei domiciliari. «Cinque anni di lavoro intenso, inclusi i difficili periodi della pandemia, ci hanno portato a questo risultato. Insieme all’assessore Genovese, all’ingegnere Cicalese e all’architetto Smiraglia, abbiamo affrontato ogni giorno il compito di completare le 88 prescrizioni necessarie. Se Omero fosse vissuto ai giorni nostri, avrebbe scritto non l’Odissea, ma la storia di questo tunnel – sottolinea – dai ventilatori al Piano di Gestione dell’Emergenza (PGE), dalle uscite di sicurezza alla scala di Piazza Libertà, ogni dettaglio è stato curato con precisione. Anche il collaudo è stato un’impresa: ci è voluto un anno, ero in contatto ogni settimana con un ingegnere in Polonia che sollecitavo insieme ai due locali. Anni di lavoro intenso, ci candidammo per completare 20 anni di incompiute, e questo tunnel ne era l’emblema» ricorda. «La storia si ricorderà di noi, ed era giusto che ci fosse l’intera amministrazione a festeggiare».
Festa parla di sé come un sindaco uscente che sta inaugurando le opere che ha completato. Tra cui il risanamento dei conti pubblici: «Dopo anni di fandonie, lo dice la Corte dei conti – rimarca – abbiamo messo a posto i conti per la vita, migliorando la città, più pulita e più attrattiva. E con questa opposizione governeremo altri 5 o 10 anni» è la stoccata.
Lo stesso Festa che aveva parlato di «fascia rubata», sugli sviluppi dell’indagine Dolce Vita ostenta grande sicurezza. «Avrei tante cose da dire, non posso altrimenti il mio avvocato si arrabbia. Ma quello che è accaduto lo ha detto all’Italia intera la Cassazione, e c’è poco da contestare. Lo spiegheremo a tempo debito, ma quel che è certo è che la città mi ha dato fiducia, scegliendo la mia squadra, il mio progetto, la mia ex vicesindaca (in quasi dieci minuti non nomina mai Nargi, ndr). Quando dirò quello che è avvenuto realmente – avverte – molti dovranno rivedere quanto hanno dichiarato. So che la realtà supera l’immaginazione: neanche Saviano con “Gomorra” avrebbe saputo scrivere un libro così complesso». Altra annosa incompiuta, primo punto del programma di tutti i candidati, sul Centro Autismo Festa rivendica la sua scelta e attacca il Commissario Paolo D’Attilio.
«C’è un grande rammarico: avevamo un accordo con il “Maradona” dell’autismo, il prof. Stefano Vicari. Motivo per cui non avevo chiuso con l’Asl. Eravamo candidati a diventare un riferimento nel centro-sud per diagnosi, terapia e formazione. Ma tra i tanti guai ci ha lasciato questa occasione persa. I commissari pensano di risolvere problemi, ma finiscono per inguaiare le amministrazioni». Su un suo eventuale impegno per le regionali, Festa prende tempo: «È prematuro. Dobbiamo continuare a occuparci della città».
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