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condanne per 120 anni di carcere #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


Dopo sei giorni di camera di consiglio è arrivata la sentenza del processo “Tritone” nato dalla maxi-inchiesta ‘Tritone’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta ad Anzio e Nettuno. I giudici del Tribunale di Velletri, presieduto da Silvia Artuso, hanno emesso condanne per oltre 125 anni di carcere con il riconoscimento del reato di mafia. 

Le accuse

Condanne a 28 e a 20 anni, tra gli altri, per Giacomo Madaffari e Davide Perronace. Secondo l’impostazione dell’accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Giovanni Musarò e Alessandra Fini, condivisa dalla sentenza, Madaffari era a capo della ‘locale’ insieme a Bruno Gallace, già condannato in abbreviato in primo e secondo grado a 20 anni, e a Perronace che teneva in particolare i rapporti con la pubblica amministrazione. I giudici hanno riconosciuto sia l’associazione a delinquere di stampo mafioso che l’aggravante dell’agevolazione mafiosa, accogliendo l’impianto accusatorio dei pm la cui inchiesta aveva portato nel 2022 all’arresto eseguito dai carabinieri del Nucleo Investigativo della Capitale di oltre sessanta persone.  Secondo quanto emerso dalle indagini, i clan della ‘ndrangheta puntavano a ‘colonizzare’ il litorale romano, e per rafforzare il proprio potere sfruttavano la consolidata capacità di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori, da quello ittico alla gestione e smaltimento dei rifiuti. In seguito all’inchiesta della Procura capitolina, i comuni di Anzio e Nettuno sono stati sciolti per mafia. Le richieste dei pm ammontavano a 240 anni di carcere.

Le condanne

Giacomo Madaffari 28 anni; Davide Perronace 20 anni; Gabriele Perronace 12 anni e 8 mesi; Luca Albarello 6 mesi; Nicola Chiriacò 8 mesi; Pasquale Chiriacò 11 mesi; Carmine Dell’Unto 1 anno e 6 mesi; Francesco Fiorino 8 mesi; Alessandro Glorioso 5 anni e 6 mesi; Manuel Gubitosi 2 anni e 6 mesi; Angel Rostov Kotov 6 anni e 6 mesi; Claudio Lucifero 12 anni e 6 mesi; Bruno Madaffari 6 anni; Alfonso Manera 10 anni e 50mila euro di multa; Simone Massida 4 anni e 6 mesi; Stefano Nardi 1 anno e 4 mesi; Argemiro Castro Navarro 7 anni e 6 mesi; Elia Rillo 3 anni; Marco Rondinara 1 anno e 6 mesi; Nicola Salvo 3 anni e 6 mesi; Mario Tedesco 8 anni; Fabrizio De Velis 2 anni e 6 mesi e 6mila euro di multa. Per quanto riguarda Albarello, Kotvo, Lucifero, Bruno e Giacomo Madaffari, Argemiro Castro Navarro, Davide e Gabriele Perronace sono state disposte l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e interdizione legale. Per Glorioso l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Confiscati un’auto mezzo, le armi e le munizioni e un immobile a Roma. Disposto il dissequestro della società G&G Servizi S. Coop e della società G&G Ecospurgo srls. Lucifero, Giacomo Madaffari, Davide e Gabriele Perronace sono condannati, in solido, al risarcimento, da liquidarsi in sede civile, dei danni subiti dalla parte civile, ossia l’Associazione Nazionale per la lotta contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto”. Assegnata alla Caponnetto una provvisionale di 15mila euro. Nicola e Pasquale Chiriacò, Francesco Fiorini, Davide e Gabriele Perronace, Claudio Lucifero e Giacomo Madaffari sono condannati, in solido, a risarcire il Comune di Anzio e la Regione Lazio, costituitesi parti civili. 50mila euro a testa per entrambi gli enti, da corrispondersi immediatamente.



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