Sulla sanità il Pd ha lanciato un segnale agli alleati e in particolare al Movimento 5 Stelle, rivendicando un ruolo guida nelle future decisioni. Nei giorni scorsi si è svolta la direzione regionale del partito durante la quale è stato illustrato un piano di riorganizzazione del sistema sanitario che punta a superare l’attuale modello proposto dalla Giunta. La risposta del M5s e degli altri partiti della coalizione è stata immediata: “Non accetteremo mai scelte unilaterali del Pd su questo tema – il messaggio fatto filtrare dal movimento, che esprime l’assessore alla Sanità, Armando Bartolazzi -. Sì al confronto in commissione, sì al dialogo, ma nessun gruppo deve prevaricare e imporre alcunché agli altri”. E da forze politiche vicine ad Alessandra Todde: “Non c’è nessuna intenzione di arrivare allo scontro con il Pd ma non accetteremo fughe in avanti: non ci sono partiti più importanti di altri nella coalizione”.
Il piano dei Dem prevede la creazione di due grandi Asl a Cagliari e Sassari, insieme alla suddivisione del resto della Regione in due macro-aree: una “Tirrenica”, che comprenderebbe le aziende sanitarie di Olbia, Nuoro e Lanusei, e un’altra “Campidano”, che includerebbe Oristano, Carbonia e il Sulcis. Il sindaco di Sassari, Giuseppe Mascia, si è rivolto a Todde: “L’assunzione di responsabilità deve metterci nelle condizioni di far capire alla presidente che senza il Pd le partite decisive non si portano a casa. Senza di noi non si va da nessuna parte”. Il capogruppo Dem in Consiglio regionale, Roberto Deriu, ha sottolineato l’importanza della sanità come priorità politica, affermando che “è qui che si misura il successo o l’insuccesso di questa amministrazione”. Deriu ha anche evidenziato la necessità di coinvolgere la società civile e le opposizioni in questo dibattito: “La sanità in Sardegna deve essere patrimonio comune della società civile”.
Non solo il M5s, ma anche altri alleati della coalizione hanno espresso perplessità sulla proposta dem. Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, ha dichiarato: “In questo momento serve un intervento emergenziale per affrontare problemi come le liste d’attesa, la crisi dei pronto soccorso e della medicina territoriale, non una nuova grande riforma”. Agus ha insistito sul fatto che “la maggioranza su questi temi non può permettersi di andare in ordine sparso”. Nonostante le tensioni, il segretario Piero Comandini ha cercato di rassicurare gli alleati, affermando che “il Pd ha iniziato a mettere a punto una serie di proposte sulla riorganizzazione della sanità, che poi proporrà alla maggioranza”. Comandini ha sottolineato che “non vogliamo una ‘contro-riforma’, ma serve un aggiustamento, un miglioramento di ciò che già esiste”. Il segretario dem ha anche insistito sulla necessità di ricostruire la fiducia tra pazienti e sistema sanitario, in crisi a causa delle liste d’attesa e delle difficoltà di accesso ai pronto soccorso: “Dobbiamo rilanciare il rapporto di fiducia tra pazienti e sistema sanitario”.
Dall’opposizione sono arrivate critiche. Fausto Piga, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia, ha attaccato la gestione della sanità da parte della maggioranza e ha criticato il P per aver “di fatto sfiduciato” l’assessore Bartolazzi con la sua controproposta. “Il tempo delle chiacchiere è finito: Pd e M5s si prendano le responsabilità di questo fallimento e mettano in campo le azioni necessarie per un vero cambio di passo”.
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