Il Governo ha annunciato di voler rifinanziare il Fondo per l’Automotive, dopo aver tagliato 4,6 miliardi di euro nell’ultimo disegno di legge di Bilancio. Una mossa che spiazza un po’ tutti. Domande, fatti e scenari
Il gioco delle tre carte del Governo sul Fondo per l’Automotive rischia di confondere la filiera e ridurre l’efficacia degli incentivi. L’attuale disegno di legge di Bilancio per il 2025 prevede un taglio di 4,6 miliardi euro nei prossimi anni. Tuttavia, dopo l’addio di Tavares da Stellantis il ministro Urso ha aperto la porta al rifinanziamento del Fondo Automotive nel 2025 con 750 milioni di euro. Un annuncio che, per ora, ha suscitato solo domande nell’industria: come cambierà il Fondo automotive nel 2025? Quanti fondi avrà? Domande importanti per il futuro dell’industria automotive, che però non trovano ancora risposta.
FONDO AUTOMOTIVE, IL GIOCO DELLE 3 CARTE
Il Fondo Automotive sarà tagliato pesantemente, se entro la fine dell’anno l’attuale disegno di legge di Bilancio per il 2025 sarà approvato senza modifiche. Tuttavia, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha recentemente annunciato di voler rifinanziare il Fondo Automotive, con una cifra che sia “almeno equivalente o anche superiore” alle risorse del vecchio: 750 milioni di euro. Risorse che, al contrario dei precedenti, non dovrebbero andare in incentivi all’acquisto per gli italiani, ma finire alle imprese per sostenere gli investimenti produttivi.
Stellantis è al centro dei piani del Governo, che chiede al gruppo di riaffermare la centralità dell’Italia nel piano industriale. Queste sono le uniche certezze ha l’automotive italiano oggi. Maggiori novità dovrebbero arrivare dopo il tavolo convocato al Mimit per il 17 dicembre. Nel frattempo, però, si moltiplicano le domande sui fondi per il rilancio dell’industria.
REINTEGRO IN ARRIVO?
La notizia del possibile reintegro di circa 700 milioni del Fondo per l’Automotive ha creato il caos nel settore. La domanda principale è: come saranno spesi? Negli scorsi mesi intervenendo in Parlamento, il ministro Urso ha più volte ribadito la necessità di incentivare l’acquisto di veicoli nuovi per rinnovare il parco circolante. L’opzione incentivi alla domanda sembra la meno praticabile, dopo che negli anni precedenti questa tipologia di incentivi si è dimostrata poco efficace a questo scopo.
“L’anno prossimo non dovrebbero esserci incentivi all’acquisto di vetture. Le ultime dichiarazioni parlano di aiuti direttamente per componentistica. Su questa storia si è fatta grande confusione. Anche l’audizione parlamentare di Tavares ha contribuito a generare confusione. Infatti, l’ex ad ha chiesto aiuti all’acquisto e il ministro Urso aveva subordinato gli incentivi al rilancio della produzione italiana, cosa che non è minimamente avvenuta”, sottolinea Antonio Sileo, Direttore dell’Area Sostenibilità di Istituto per la Competitività (I-Com) e Direttore del programma di ricerca Mobilità Sostenibile di Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM).
“Al momento si parla di un reintegro di 600 milioni di euro per il 2025, usando gli avanzi dei fondi degli scorsi anni e, stando alle dichiarazioni del Ministro Urso, si dovrebbero utilizzare per alimentare i contratti di sviluppo, che purtroppo si sono finora mostrati strumento inefficace a supportare la trasformazione della filiera e a favorirne gli investimenti in R&D e la crescita dimensionale”, ha scritto Francesco Naso, Segretario Generale di Motus-E su Linkedin.
“Più del 70% dei quasi 3 miliardi di incentivi alla domanda negli ultimi 5 anni sono andati, caso in unico in Europa, ad auto con motore endotermico. A vedere i risultati delle immatricolazioni italiane sono con buona probabilità soldi dati ad auto che si sarebbero comprati lo stesso, visto che non ritorniamo ai livelli di immatricolazione pre-covid”, scrive Francesco Naso, segretario generale di Motus-E su Meta.
TUTTO SUL FONDO AUTOMOTIVE
Il Fondo per la Transizione verde, la Ricerca, gli investimenti del settore automotive e per il riconoscimento di incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti nasce nel 2022 durante il Governo Draghi, con una dotazione complessiva di 8,7 miliardi di euro. In questi due anni sono stati utilizzati meno di 3 miliardi di euro. Di conseguenza, il tesoretto oggi ammonta a 5,8 miliardi di euro. Tuttavia, l’ultima versione della Legge di Bilancio predisposta dail Governo, però, taglia 4,6 miliardi dei fondi stanziati dal DPCM di Draghi per rispettare gli impegni del nuovo patto di stabilità Ue.
«La decisione del governo contraddice clamorosamente non solo le dichiarazioni di intenti del ministro Urso il 7 agosto scorso, ma anche altri autorevoli esponenti dell’esecutivo che si sono pronunciati fino a pochi giorni fa» ha commentato l’associazione Unrae dei rappresentanti di veicoli esteri.
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