Cagliari – Marina e Stampace multiculturale “non possono vivere solo di locali e ristoranti”: una attrattiva, “ma abbiamo tanto altro da valorizzare e sfruttare anche per creare posti di lavoro”. Aldo Pintor, 56 anni, avvocato, sin da giovane impegnato nel sociale racconta il suo punto di vista riguardo il cuore della città del sole: “Abbiamo la base di Luna Rossa, perché non può diventare un indotto per tutta la città, per i giovani, per realizzare nuove occupazioni?”. Non solo, tra lavoro che scarseggia c’è chi non può proprio contribuire alla rinascita “perché non si trovano case in affitto. In tanti, che anni fa si sono trasferiti e vorrebbero ritornare a Cagliari, devono fare i conti con questa realtà. Le case non mancano, anche i proprietari hanno le loro ragioni per non concedere più gli immobili se non per soggiorni brevi”.
È cresciuto con l’idea e la passione della comunità, quella più semplice che si snoda tra partite nei campetti, oratorio, feste tra ragazzini che si ritrovano con modi semplici e poche pretese. Uno spiazzo trasformato in un campo dove tirare il pallone, da calcio o basket, ma soprattutto un punto di ritrovo per le nuove generazioni sotto la guida dei più grandi, coltivatori di valori e guide spirituali aperte a tutte le culture e religioni presenti. Perché loro, che arrivano da lontano, sono parte integrante della città e soprattutto nel centro storico hanno messo radici. “Una convivenza che va bene anche se qualche problema non manca, ma sono ben integrati e diventano famiglie numerose. Sono presenti anche tre generazioni, alcuni di essi sono partiti, siamo sempre rimasti in contatto, e ora che la crisi si è estesa a livello globale vorrebbero ritornare a Cagliari”.
La loro seconda casa, insomma, quella non di origine ma d’adozione dove si ricordano di esser stati bene e che hanno lasciato solo per un futuro lavorativo migliore. Si, perché nella città del sole, nel suo cuore pulsante bar, pub, ristoranti sono ciò che più c’è in giro e l’occupazione si trova prevalentemente in questo settore. “Va bene per chi è soprattutto giovane” ma per chi sogna una famiglia o ha qualche anno in più la strada è in salita. Una questione che riguarda tutti ovviamente, locali o immigrati, insomma, i quali ora devono fare i conti anche con affitti introvabili o a prezzi esorbitanti. La Marina multiculturale, quindi, vista sotto un’ottica diversa da quella che approda generalmente nella cronaca principale, costituita da un reciproco rispetto e la voglia di mescolare usi e costumi per conoscere e vivere le varie culture del mondo. Cosa manca, dunque, in un posto che incanta solo a guardarlo, in quelle vie strette che si affacciano al mare? “Si potrebbe vivere solo di turismo con le innumerevoli potenzialità che tutto l’insieme offre, invece, attualmente, panini, gelati, pizze e piatti serviti, tipici o no, sono la maggior attrattiva proposta. Si guarda a Luna Rossa, il team da richiamo mondiale che ha scelto Cagliari, e perché non si gioca anche su questo aspetto per costituire un panorama migliore e produttivo per tutti? I presupposti ci son tutti, sarebbe bello cogliere le opportunità e mettere in piedi una strategia produttiva e soddisfacente sotto molti punti di vista”
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