“Senza Capo Caccia e Punta Giglio, forse Alghero e i suoi abitanti non sarebbero più gli stessi. I due promontori, dall’incomparabile valore naturalistico, paesaggistico e culturale, appartengono alla coscienza della comunità algherese come un valore ideale ed identitario ineludibile. Per questo, quando l’area più preziosa di Punta Giglio, gli otto ettari che si affacciano alla falesia del capo, con la casermetta e le altre postazioni militari della Seconda guerra mondiale, è stata concessa nel 2018 dal demanio statale a una cooperativa per fini turistici e commerciali (bar, ristorante, attività ricettiva con 20 posti letto), la comunità locale, e non solo quella, si è divisa. Da un lato i difensori della piena naturalità del sito, tutelato da specifiche e severe norme urbanistiche, culturali, paesaggistiche e ambientali; dall’altra i fautori dello sviluppo ad ogni costo, anche scapito della privatizzazione, di fatto, di un’area da sempre considerata “bene comune” e, quindi, non cedibile a chicchessia. Di tale vicenda, che oltre alle vivaci e talora aspre contrapposizioni è stata connotata da risvolti giudiziari amministrativi, civili e penali, si occupa il recente libro di Carlo Mannoni, ex dirigente e amministratore regionale, dal titolo “Punta Giglio, Storia di una tutela mancata“, che l’autore presenterà con Costantino Cossu e Elias Vacca, martedì 10 dicembre, ore 17: 30, presso la sede della Biblioteca Comunale di Sassari, in Piazza Tola, su iniziativa dell’Associazione Punta Giglio Libera – Ridiamo vita al Parco Aps e col patrocinio del Sistema Bibliotecario del Comune di Sassari” chiude la nota informativa di Elena Pittau, Presidente APS Punta Giglio Libera.
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