Il tecnico dopo la vittoria sul Lecce: “Lorenzo ritrovi il sorriso. Pisilli ha tiro, è tosto e si inserisce. Una gran bella mezz’ala”. E ancora: “Ho solo rimesso Hummels e Paredes mel loro contesto”
La prima vittoria del suo terzo mandato, proprio nel giorno delle 100 panchine romaniste. Claudio Ranieri si gode il riscatto di una Roma che ha saputo reagire e schiantare il Lecce di Giampaolo con una ripresa quasi perfetta e un totale di 23 occasioni. Il tecnico sorride ma avvisa: “Questo non è nemmeno il primo mattoncino, abbiamo solo messo il cemento per costruire qualcosa e la strada è lunga. Detto questo la prestazione gagliarda, dovevamo dimostrare la maggiore qualità ma pareggiare anche la loro volontà di lottare su ogni palla e lo abbiamo fatto. Sono contento per la squadra e i tifosi, molti avevano bisogno di una prestazione così”.
PISILLI E PELLEGRINI
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Decisivo per la Roma l’ingresso di Pisilli, che nel dopogara ha dedicato il gol all’amico ed ex compagno Bove: “La rete è per lui. Spero che le cose andranno per il meglio perché Edoardo è un ragazzo d’oro, che mi ha aiutato tantissimo ad inserirmi nella squadra e penso che sia la persona più importante che ho incontrato nel mondo del calcio fino ad oggi. Gli ho mandato un messaggio, ma adesso è giusto che abbia la sua privacy. Gli mando un grande abbraccio”. È stato poi Ranieri ad elogiare la prestazione del suo centrocampista: “Nel secondo tempo abbiamo sofferto un pochino, ma l’entrata di Pisilli ci ha fatto riquadrare il reparto e ha fermato il Lecce. Niccolò è una gran bella mezz’ala, è uno tosto che sa inserirsi, recuperare e tirare in porta. Mi è mancato con l’Atalanta”. Decisamente diversa la situazione di Pellegrini: “Sta attraversando un periodo triste. Lui si sente tutto il peso addosso, non è il classico romano menefreghista. Quando lo rivedrò spensierato lo farò giocare”.
friedkin
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Ranieri difende i Friedkin (sono arrivati fischi nel momento in cui è stato inquadrato all’Olimpico il vice presidente Ryan). “Ho chiesto al mio addetto stampa quali sono i Presidenti americani in Serie A: sono tanti ma non li ho mai sentiti parlare – dice il tecnico -. Sono così, è il loro modo di agire. Loro sono fatti così, non ho sentito nessuno dei presidenti americani perché evidentemente loro demandano e vogliono gestire la cosa in questa maniera. Parlano con gli operatori della loro squadra e con i dipendenti, sperando che tutto vada al loro posto”.
Hummels e Paredes
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Infine il tecnico giallorosso ha parole dolci per altri due protagonisti: “Paredes è un campione, l’ho solo rimesso nel suo contesto così come Hummels. Ma se Leo rinnoverà dipende da lui e dal nuovo allenatore. Ma immaginate se fossi io alla fine il nuovo allenatore?”.
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