Libere Golosità inaugurerà nel cuore della città: raccolti 10 mila euro. «Reinseriamo nella società»
Un nuovo laboratorio nel cuore di Vicenza, per offrire opportunità lavorative stabili a chi si trova nella delicata fase di reinserimento sociale dopo aver scontato la pena. È prevista per l’estate del 2025 l’inaugurazione del nuovo locale di Libere Golosità, progetto di pasticceria artigianale a cura della cooperativa sociale «Il Gabbiano». Dal 2019 la coop opera all’interno della casa circondariale di Vicenza con l’obiettivo di favorire il reinserimento sociale dei detenuti, i quali hanno la possibilità di dare forma a biscotti, torte, snack salati e lievitati stagionali come colombe e panettoni, poi venduti nei negozi già attivi a Vicenza e Schio.
La raccolta fondi
La realizzazione del nuovo laboratorio prevede la ristrutturazione di uno spazio già individuato e l’acquisto di un forno rotativo professionale dal costo di 20 mila euro. Grazie alla generosità di sostenitori e collaboratori, sono stati già raccolti 10 mila euro, e la cooperativa punta a raggiungere il traguardo grazie alle donazioni che arriveranno tramite la piattaforma Eppela. «Questo nuovo spazio consentirà a persone in semilibertà o in affidamento sociale – spiega Luca Sinigallia, legale rappresentante di Gabbiano 2.0. – nonché a chi ha completato la pena di proseguire il lavoro iniziato all’interno del carcere, dando loro la possibilità di riprendere la vita da persone libere senza dover ripartire da zero, contribuendo così a ridurre le recidive. L’apertura del nuovo laboratorio esterno è un passo naturale anche per l’implementazione dei servizi socio sanitari del territorio».
«Il paradosso di chi si mette in gioco»
Come spiega Sinigallia, quello dell’uscita dal carcere è paradossalmente il momento più critico. «Spesso capita infatti che le persone non abbiano alcuna risorsa – le sue parole – nemmeno a livello familiare, e si trovano letteralmente in strada con un sacchetto nero contenente i vestiti. Fortunatamente esistono delle iniziative che partono da prima della fine della pena, per cominciare a muovere i primi passi del mondo esterno».
Un altro tema irrisolto è quello dei migranti senza permesso di soggiorno. «Al netto di coloro che hanno ricevuto il foglio di via – racconta Sinigallia – alle altre persone che hanno avuto difficoltà nell’ottenimento del permesso di soggiorno viene bloccato l’iter: in questo modo hanno diritto al lavoro finché hanno la pena da scontare, e nessun diritto una volta scarcerati. C’è quindi il paradosso di persone che si mettono in gioco, spesso facendo vedere la loro voglia di riscatto, ma una volta terminata la pena per noi non è più possibile continuare il rapporto di lavoro». Al momento, spiega il rappresentante della cooperativa, il laboratorio di pasticceria è nel picco natalizio del lavoro, con una decina di persone assunte, mentre con il laboratorio esterno la cooperativa conta di raddoppiarle.
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