L’AQUILA – Il disegno di legge di bilancio 2025 del governo di Giorgia Meloni prevede la decadenza degli sgravi di “Decontribuzione Sud”: in Abruzzo la misura, introdotta a fine 2020 per cercare di fare fronte ai possibili shock occupazionali che avrebbero potuto colpire, a seguito della pandemia, ha interessato oltre 125.000 lavoratori, di cui oltre 50.000 donne.
L’agevolazione prevede a favore dei datori di lavoro e per tutti i rapporti di lavoro dipendente – sia esistenti che di nuova attivazione – svolti nelle regioni del Mezzogiorno, un esonero dei contributi previdenziali pari al 30 per cento fino al 31 dicembre 2025, con progressivo décalage fino al 2029.
La bozza della Legge di Bilancio, nello stesso articolo con il quale pone nel nulla la decontribuzione sud, redistribuisce le risorse economiche tra diverse tipologie di agevolazioni, introdotte da settembre 2024 ad opera del c.d. Decreto Coesione, ovvero Bonus Zes, bonus giovani e bonus donne.
Una decisione però che intanto allarma Confindustria Abruzzo, per voce del presidente Silvano Pagliuca
“Negli ultimi quattro anni, il Sud Italia ha mostrato segnali di vitalità economica significativi, con un aumento del PIL, degli investimenti, delle esportazioni e dell’occupazione, nonostante le sfide legate ai fenomeni migratori interni. La Decontribuzione Sud ha giocato un ruolo cruciale in questo contesto, permettendo al sistema produttivo meridionale di mantenere la propria base occupazionale e favorendo la crescita della forza lavoro. È stato uno strumento semplice ed efficace che ha consentito alle imprese di programmare crescita, sviluppo e investimenti”.
A livello nazionale, “una delle province che ha beneficiato di più dello sgravio è quella di Teramo.
La decisione di eliminare questa misura, senza una chiara alternativa, crea incertezza e preoccupazione. Le agevolazioni per le nuove assunzioni di soggetti svantaggiati non possono compensare adeguatamente la perdita di uno strumento così rilevante. È essenziale che la nuova misura, finanziata dal nuovo Fondo, sia altrettanto efficace nel ridurre i gap di competitività.
Accogliamo con favore la previsione di una durata quinquennale per la nuova misura, che facilita le scelte di medio periodo. Tuttavia, è fondamentale che questa sia di semplice utilizzo, cumulabile con altri incentivi e strettamente legata alla componente lavoro e al miglioramento delle competenze”.
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