Vittima di un cyber-ricatto ad opera di una sedicente organizzazione “mafiosa”. Che si diceva pronta a tutto pur di fargliela pagare, persino a mandare “dei sicari per fargli tagliare la gola”. Un vero e proprio incubo, quello che si è materializzato davanti agli occhi di un professionista che si è rivolto all’ufficio legale dell’avvocato Paolo Ghiselli di Rimini e ha presentato denuncia contro ignoti per minaccia, atti persecutori ed estorsione dopo che per giorni il suo cellulare è stato letteralmente bombardato da una raffica di telefonate e messaggi intimidatori dietro i quali diceva di celarsi una fittizia organizzazione mafiosa.
“Con noi non si gioca. Sappiamo dove trovarti. Se non accetti di comunicare con noi, andiamo a casa tua e uccideremo tutti i membri della tua famiglia”. Tutto comincia nel mese di novembre quando l’uomo si collega ad un sito di incontri a luci rosse operativo anche nella provincia di Rimini. “Non mi sono iscritto al sito – spiega – ma ho accettato i termini e le condizioni, notando che il portale è riservato esclusivamente ad un pubblico adulto (vietato ai minori di anni 18) e che leggendo l’Informativa Privacy, e cliccando su Accetto ho acconsentito alla raccolta di dati sensibili”.
L’uomo naviga per un po’ nel sito, dopo di che entra in una sezione specifica dove si imbatte in un numero di WhatsApp che contatta chiedendo informazioni per un incontro nella zona di Rimini. La persona all’altro capo del telefono risponde dicendo che sono disponibili due ragazze, una di 32 e l’altra di 23 anni, presumibilmente si tratta di escort. L’utente specifica che le ragazze sono disponibili solamente alla sera, ma la cosa finisce lì e l’incontro non va in porto. L’uomo smette di messaggiare e si dimentica di tutto, fino a quando lo stesso giorno – qualche ora dopo – non comincia a ricevere dei messaggi inquietanti sul suo smartphone.
Il suo ricattatore si presenta come l’esponente di una banda criminale affiliata alla mafia e lo accusa di avergli fatto perdere tempo e denaro rifiutandosi di incontrare le ragazze. “La cosa più inquietante – dice la vittima – è che i ricattatori dimostravano di conoscere il mio nome e cognome e diverse informazioni personali sul mio conto, che naturalmente non avevo mai fornito al sito. Inoltre conosceva addirittura il nome di mia moglie”. Il ricattatore propone all’uomo di raggiungere un accordo economico per chiudere la faccenda. Continua a ricevere decine di telefonate e una raffica di messaggi.
L’uomo è spaventato, ma prende tempo e alla fine decide di denunciare tutto alle forze dell’ordine. Dopo circa tre giorni i messaggi, nel frattempo lui si è rivolto all’avvocato Paolo Ghiselli. “Ad oggi – dice l’uomo – non comprendo come siano riusciti a risalire al mio contatto personale telefonico, in quanto ad avervi accesso era solo il responsabile del trattamento dati del sito sul quale stavo navigando”.
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