Al danno si aggiunge la beffa. Non contenta di aver siglato, col Mercosur, il peggiore degli accordi possibili per la filiera agroalimentare europea, aprendo la porta a prodotti con standard di sicurezza e qualitativi inferiori ai nostri, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen raggiunge il paradosso annunciando un fondo europeo di 1,8 miliardi per facilitare la transizione verde e digitale dei Paesi del Mercosur. Il mercato europeo spalanca, così, le proprie porte a prodotti alimentari tutt’altro che sicuri e allevati/coltivati con prodotti, spesso, vietati in Europa.
“A tutti gli effetti, la decisione annunciata pare un vero e proprio strumento di rottamazione dell’agricoltura europea, simile a quello che Coldiretti aveva fatto rimangiare all’allora Commissario Timmermans” osserva la Presidente Coldiretti Asti Monica Monticone. “Inoltre, a tutto ciò, si aggiunge il rischio di ritrovarci sugli scaffali cibi ultra trasformati e sintetici, gli unici a poter esimersi dalla filiera agricola. Un’assurda, illogica e incomprensibile scelta, che porterà molti agricoltori e allevatori europei a chiudere, in quanto impossibilitati a competere con i bassi standard del Mercosur”.
“La filiera agroalimentare italiana, rappresentata da Coldiretti e Filiera Italia, mai accetterà fondi per la rottamazione delle imprese, piuttosto, ricorrerà a tutti gli strumenti possibili per ottenere una subitanea introduzione del principio di reciprocità e un altrettanto veloce e certo aumento dei fondi Pac, per garantire quella sovranità alimentare europea che la Presidente della Commissione Ue aveva annunciato di voler porre alla base del suo secondo mandato” aggiunge il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso. “Piuttosto, quindi, si provveda quanto prima con l’integrazione delle risorse PAC a compensazione dell’effetto inflazione che, in assenza di correttivi, ridurrebbe di oltre 160 miliardi i fondi 2028/2034. Fino a quando ciò non avverrà continueremo a chiedere che l’Italia, il cui voto ha un peso decisivo sull’approvazione dell’accordo atteso per i primi mesi del 2025, esprima una posizione netta e un voto contrario, al pari di quanto stanno annunciando altri Stati membri come Francia e Polonia”.
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