Mostrare i primordi del cinema, che sin dai primi tempi affascinò Bergamo. È l’obiettivo della mostra “Immagini, giochi d’artista e collezionismo. Bergamo e il precinema“, allestita fino al 31 dicembre nella sede dell’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti. L’esposizione dà spazio alle invenzioni che hanno anticipato, preparandogli il terreno, il cinema vero e proprio. Il percorso parte da lontano, da quel XVIII secolo che vide la fortuna dei “mondi novi“: casotti in legno con panorami dipinti all’interno e giochi di luci e candele, capaci di alludere al movimento e creare l’effetto giorno-notte. Di questi strumenti, utilizzati nel Settecento per sorprendere e divertire il pubblico, nulla è stato conservato. Così gli artisti Marco Travali e Max Gasparini, con massima perizia, ne hanno ricostruiti tre, in veste contemporanea, in dimensioni diverse, dal piccolo al colossale. L’esposizione raccoglie anche le “lanterne magiche“, sperimentate nelle aule, tra studiosi e appassionati di scienze, per ingrandire immagini e simulare movimenti. Più facili da utilizzare e funzionali ad ambienti chiusi, dilagarono nei salotti come suggestivo mezzo per visioni di mondi lontani.
La mostra accoglie una raccolta di modelli originali, dalla collezione Gianni Limonta. Realizzata da Cosmorana Gallery dell’artista Marco Travali, è curata da Federica Nurchis ed è organizzata dall’Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo. Presenta anche un cortometraggio, prodotto da Cosmorana Gallery e firmato Vorticerosa: cinquanta secondi di vero tributo al cinema.
Michele Andreucci
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