Tira aria di autocelebrazione e “scarso senso critico” in Sardegna, leggendo l’intervista di una presidente che vuole trasformare l’Isola nella “locomotiva d’Italia” e, ancora, farne un “modello di tutela e pianificazione del territorio”. Regione, tutt’al più, che potrebbe restare – in buona compagnia con la Calabria e il Molise – la lumaca del Paese, riflettendo sull’attuale traction della Giunta e del Consiglio regionale rilevata nei quasi primi 10 mesi di Legislatura.
XVII giro di boa che, tra interessi particolaristici, incapacità di governo e scarsa visione, non starà facendo rimpiangere la “sfigatissima Legislatura Solinas” ma ci siamo quasi: manca solo il dato temporale.
Nel frattempo, come dichiarato in una intervista di Sardiniapost, la presidente mira a “tagliare i costi delle bollette per i sardi”. Si iniziasse, magari, a credere sostanzialmente ai grandi piani per i sardi partendo da una campagna moralizzatrice verso i consiglieri e le consigliere regionali della propria maggioranza, più impegnati, ultimamente, nella presentazione di “emendamenti puntuali” mirati a spartire risorse tra dirimpettai e groupisti (vedi ultima variazione di bilancio).
Presidente, ancora, che nell’intervista di Sardiniapost ha provato a repingere le accuse di “conduzione solitaria” e di allergia verso il dialogo pronunciate dai propri detrattori. Gruppo critico del quale è difficile non far parte, visto anche l’effort investito dalla presidente per la costruzione di sinergie. Sui giovani, per esempio, meglio tacere… e lasciare spazio ai tour autoreferenziali dell’inquilina di via Oslavia nelle scuole sarde.
Critiche, però, infondate per la presidente che a Sardiniapost ha dichiarato di non capire il senso delle accuse: “Non capisco chi muove queste critiche. Sono infondate e prive di senso. Mesi di confronto, riunioni, coinvolgimento della giunta, del consiglio e dei comitati, dei sindaci, delle associazioni, un lungo lavoro nelle commissioni e il contributo della minoranza. Come si può dire che non abbiamo ascoltato? Forse bisognerebbe ricordare in che modo è stata governata la Sardegna in passato”. Presidente, andiamo! Può fare di meglio.
Intervista che prosegue poi sulla questione sanità e, non potrebbe essere altrimenti, sulla fuga in avanti del Partito Democratico regionale, arrivato a proporre l’ennesima riforma della governance sanitaria: “Fughe in avanti o egoismi di vario genere non ci fanno bene”, si legge nell’intervista di Vito Fiori. Insomma, anche in questa Legislatura la “sindrome da spogliatoio” tra alleati oltre che sintomatica è una certezza che poca solidità potrà dare a qualsiasi “slancio utilitaristico” per le politiche nell’isola.
Sanità, per esempio, che non potrà essere migliorata in assenza di medici (Solinas non poteva certo tirarli fuori dal cappello) e in presenza di inizative estemporanee, come rilevato con l’erogazione dei “buoni (a nulla) servizi sanitari”. Presidente e membri della Giunta, ma siete a conoscenza del percorso di tutela?
Presidente, infine, intervenuta sull’approvazione della variazione di bilancio: “Ho letto in giro tanti commenti sulla vicenda – prosegue l’intervista di Sardiniapost – alcuni estremamente diffamatori”. Non voglio entrare nel merito della questione attribuendo colpe o facendo attacchi. Quello che posso dire ai cittadini sardi è che stiamo lavorando per garantire che in futuro ci sia maggior criterio nella distribuzione delle risorse”.
Alessandra, siamo seri. Dare 60mila euro, per esempio, per fare due murales ad una organizzazione spin-off di un partito di maggioranza e criticarne il metodo è forse da considerarsi diffamatorio? Cosa le impedisce di commentare – per quello che è – l’azione messa in campo dalla sua maggioranza?
Nell’isola, oltre agli anziani, non ci sono solo gli imbecilli!
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