Roma, 11 dicembre 2024 – Arriva la pensione per gli influencer e i creator digitali. A dare il via all’operazione che porterà anche queste nuove figure a versare i contributi utili per costruirsi un futuro previdenziale sarà, entro qualche settimana, la circolare Inps attualmente all’esame del Ministero del Lavoro, costruita anche con il contributo dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators e di Assoinfluencer: sarà di fatto il provvedimento che individua i criteri generali e gli obblighi contributivi per la categoria dei lavoratori che creano contenuti sulle piattaforme digitali.
Pensioni influencer e creator: in arrivo la circolare Inps
La circolare, che costituisce uno strumento volto a chiarire agli operatori come il quadro normativo, antecedente all’esplodere di queste nuove professioni, vada concretamente calato sulle specifiche fattispecie, dando certezze e univocità di interpretazione, è stata oggi al centro di un convegno organizzato dall’Istituto di previdenza insieme con le categorie interessate. Un incontro durante il quale è stato presentato il Rapporto I-Com 2024 per Aicdc dal titolo ‘La Creator Economy in Italia: Dinamiche, Impatti e Sostenibilità nell’Ecosistema Digitale’. Secondo l’indagine, il giro d’affari del comparto in Italia è pari nel 2024 a 4,06 miliardi di euro. Guida Instagram con 3,3 miliardi, subito seguita da TikTok con 446,88 milioni e YouTube con 279,65 milioni. Mediamente, i creatori di contenuti digitali beneficiano di entrate economiche pari a 84.028 euro l’anno. I posti di lavoro a tempo pieno generati dal settore sono invece 18.110, che salgono a 51.382 se si considera anche l’occupazione indiretta. Contando 82 influencer ogni 100.000 abitanti, l’Italia si posiziona terza in Europa per numero di professionisti del comparto Europa, dopo Spagna e Regno Unito, con 37.700 content creator. La spesa per l’influencer marketing, infine, è cresciuta del 33% dal 2020 al 2023 e per il 2023 si prevede che raggiunga quota 323 milioni di euro.
Ma torniamo alla prospettiva della pensione. Tre in linea generale le possibili soluzioni previdenziali per influencer e creator: “a normativa vigente – puntualizza Antonio Pone, direttore generale vicario Inps – la gestione previdenziale di riferimento per le figure professionali è di volta in volta individuata all’esito dell’esame di alcune variabili chiave quali le concrete modalità in cui si estrinseca l’attività, il contenuto della prestazione medesima, il modello organizzativo adottato e le modalità di erogazione dei corrispettivi. A seconda del caso concreto e dalla forma assunta da tali variabili, la circolare indirizza rispetto all’applicabilità del regime previdenziale dei lavoratori autonomi, distinguendo tra le ipotesi di iscrizione alla gestione speciale degli esercenti attività commerciali rispetto alla gestione separata (di cui all’articolo 2, comma 26, della legge n. 335/1995), piuttosto che al regime previdenziale dei lavoratori dello spettacolo.”
“Siamo molto fieri di aver raggiunto insieme all’Inps questo traguardo, a cui lavoriamo da oltre un anno, e che costituisce un primo passo di un lungo cammino – spiega Sara Zanotelli, presidente di Aicdc –. In quest’ultimo anno abbiamo avviato un’interlocuzione con molti soggetti istituzionali aprendo nuovi tavoli utili alla categoria e la definizione di questa bozza di circolare si inserisce all’interno di una più ampia strategia per la professionalizzazione del comparto e per una regolamentazione sistematica della Creator Economy, elemento fondamentale per garantirne uno sviluppo organico”. Il presidente dell’Inps, Gabriele Fava, a sua volta, fa sapere che “la circolare Inps sui profili previdenziali dei content creator è una importante novità regolamentare ed è un segnale dell’attenzione dell’Istituto ai lavori emergenti della digital economy che saranno sempre più strategici per la competitività delle imprese e del Paese. Questa è una prima iniziativa concreta del grande progetto finalizzato ad avvicinare e ingaggiare i giovani che va nella direzione della sostenibilità del sistema previdenziale.”
“Ormai è evidente, la Creator Economy non è un hobby – insiste Jacopo Ierussi, presidente di Assoinfluencer –. Negli ultimi anni non c’è istituzione che abbia ignorato la voce del settore: con Aicdc, supportati anche da Mimit e da Confcommercio Professioni, abbiamo ottenuto il via libera al Codice Ateco. Ora stiamo dialogando con l’Inps per determinare i profili contributivi della categoria, composta perlopiù da giovani che hanno diritto a conoscere il loro futuro pensionistico. È un percorso ancora in itinere, perché le nostre due associazioni puntano a rendere ancor più aderenti alle esigenze del mercato gli oneri previdenziali gravanti sul fenomeno; oneri che, quantomeno, iniziano a essere meno incerti”.
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