Nel dibattito tra mutui a tasso fisso e tasso variabile non esiste competizione: vince il fisso con un differenziale di circa l’1-1,50 per cento rispetto al variabile. Questo predominio è la conseguenza di un mix di fattori economici ed evoluzioni di mercato che hanno concorso a ridurre l’interesse per il tasso variabile. Sicurezza e prevedibilità sono le linee guida per le famiglie italiane nel far fronte ad un impegno finanziario decisamente importante. La quota di italiani che sceglie il tasso fisso si aggira intorno al 99 per cento contro lo 0,5 per cento di chi opta per il variabile. Un calo rilevante se si pensa che solo due anni fa i variabili rappresentavano circa un quinto delle preferenze. E le aspettative di nuovi ribassi dei tassi di interesse da parte della Bce non influenza le scelte delle famiglie italiane.
La curva dei future sull’Euribor prevede che i tassi possano scendere nei prossimi dodici mesi di circa un punto percentuale. Se consideriamo che il tasso fisso medio di un mutuo tra i 20 e i 30 anni si aggira intorno al 3 per cento, mentre il variabile ammonta al 4 per cento circa significa che se oggi scegliamo il tasso fisso monetizziamo subito quel risparmio preventivato dell’1 per cento circa che potremmo ottenere tra dodici mesi col variabile.
La scelta del tasso fisso rispecchia una sfiducia comune nella volatilità del mercato e una sempre maggiore consapevolezza dei rischi riferibili ai mutui a tasso variabile. Il costo della vita in crescita e i salari ridotti hanno ancora più potenziato questa tendenza. Crescono le erogazioni di mutui presso gli sportelli delle banche +14 per cento negli ultimi 12 mesi) e si riducono i tempi di istruttoria, segno che gli Istituti di Credito desiderano fare impieghi mentre aumenta l’importo medio richiesto passato dai 130mila euro di fine 2023 agli attuali 140mila euro (fonte Mutui online). L’età media del richiedente è di 40 anni e mezzo e sceglie una durata media di 25 anni.
Chi invece acquista la prima casa ha un’età media di 37 anni e un piano di ammortamento di 27 anni. Cambia inoltre lo scopo della domanda di mutuo: mentre 24 mesi fa il 70 per cento circa era destinato all’acquisto prima casa, questo dato oggi scende al 55 per cento. Parallelamente crescono le richieste di surroga con l’obiettivo di ridurre il costo del finanziamento in un contesto di ribasso dei tassi di interesse. Questa curva discendente dei tassi induce sempre più mutuatari a ricorrere alla portabilità del mutuo per dare maggiore ossigeno ai propri bilanci familiari. In effetti le domande di surroga sono decisamente cresciute nell’ultimo anno; rappresentavano poco più del 22 per cento del totale a fine 2023 mentre ora sono il 36 per cento: un’ascesa vigorosa. Il trasferimento senza costi aggiuntivi del mutuo da una banca ad un’altra è quindi un’operazione richiesta soprattutto per passare dal tasso variabile al fisso ovvero per allungare la durata del mutuo abbassando l’importo mensile della rata. Crescono le richieste di mutuo per chi vuole acquistare un immobile in classe energetica A o B con un risparmio che si aggira intorno allo 0,30 per cento; i mutui green oggi rappresentano il 10 per cento circa delle erogazioni totali: sino a pochi anni fa rappresentavano una piccola nicchia di mercato oggi questo comparto sta crescendo velocemente guidato dalle normative europee per la riqualificazione del patrimonio immobiliare e dagli incentivi pubblici.
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