Il capannone costruito dopo il sisma del 1997 non si può sanare. È quanto scrivono i giudici amministrativi nella sentenza con la quale è stato rigettato il ricorso di un’attività artigiana di Gualdo Tadino che produce ceramiche.
L’azienda ricorda che fino al 1997 “esercitava la propria attività di produzione e vendita di ceramiche presso il fabbricato sito nel Comune di Gualdo Tadino”. Lo stabile, di duemila metri quadri destinato a esposizione, magazzino, ufficio, abitazione del custode, dopo le scosse risultava “parzialmente crollato e dichiarato in agibile”. Anche una piccola porzione di 400 metri quadri utilizzata per la vendita in loco dei propri prodotti era inutilizzabile.
Dopo aver acquistato un terreno, l’azienda otteneva una concessione “in precario” per la realizzazione sull’area di una struttura prefabbricata a destinazione produttiva. Il Comune di Gualdo Tadino autorizzava la costruzione e poco dopo l’azienda chiedeva l’autorizzazione a trasferire l’attività nel nuovo stabile.
Nel 2018 il Comune chiedeva la regolarizzazione dello stabile sulla base delle regole introdotte dalla variante parziale al piano regolatore. L’azienda, però, commetteva un errore nella domanda, “indicando erroneamente, come destinazione d’uso, quella commerciale” e non quella artigianale, come risultava dalla produzione della documentazione sostitutiva di quella inizialmente depositata.
Da lì iniziava una lunga vicenda burocratica e giudiziaria in quanto per il Comune “la documentazione non risultava completa e corretta, in quanto la destinazione d’uso proposta in sanatoria” non era conforme a quanto previsto dal piano regolatore.
Sulla vicenda è adesso arrivata la parola fine da parte del Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria che ha ricordato la declaratoria di illegittimità costituzionale della legge regionale “preordinata a dare stabile regime agli edifici ‘provvisori’ realizzati per sostituire gli immobili abitativi e produttivi danneggiati dal sisma”. Una speciale sanatoria che contrasta con tutte le altre norme urbanistiche. Quindi ricorso respinto e conferma del diniego di rilascio di sanatoria da parte del Comune di Gualdo Tadino.
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