Ci sarà un’ultima proroga. Poi il sistema cambierà. E per la Pubblica amministrazione potrebbe essere una piccola rivoluzione. Lo scopo è quello di fare in modo che le amministrazioni pubbliche accelerino le procedure di assunzione. Chi sarà autorizzato ad aumentare il personale e a bandire concorsi, ricevendo anche i fondi necessari per le assunzioni, avrà un tempo limite per completare tutte le procedure. Se non lo farà, si vedrà revocare l’autorizzazione a bandire i concorsi e i fondi saranno cancellati. Questo tempo limite per arrivare dall’autorizzazione fino all’assunzione, è stato stabilito in tre anni. La norma è stata inserita nel decreto milleproroghe approvato dal consiglio dei ministri di lunedì. E, come spiegano fonti del governo, serve a mettere la parola fine alla pratica delle amministrazioni di farsi autorizzare le assunzioni e poi rimandare di anno in anno i concorsi, con dei casi limite di risorse bloccate per ben undici anni consecutivi senza arrivare poi all’assunzione del personale. Tutte le autorizazioni già concesse saranno prorogate ancora una volta di un anno. Ma sarà l’ultimo “tempo supplementare” concesso. Dal 2025 scatterà la regola dei tre anni. Chi non effettuerà le assunzioni entro questo termine non potrà più farle.
Si tratta di una regola che fa il paio con la riforma dei concorsi che prevede di concludere i bandi entro sei mesi dalla loro pubblicazione.Nel milleproroghe hanno trovato spazio anche altre norme sulla Pubblica amministrazione. Come l’allungamento fino al 31 dicembre 2025 della sospensione dei termini di prescrizione delle contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria a carico delle amministrazioni e in favore dei lavoratori dipendenti della 1pa. Analoga proroga è stata prevista per i contributi della gestione separata in relazione ai rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. Ed è stato prorogato di un anno il termine entro il quale le amministrazioni pubbliche possono regolarizzare le posizioni assicurative dei dipendenti per i periodi retributivi sino al 31 dicembre 2020, per evitare che ricada in capo ai datori di lavoro pubblici e all’Inps l’onere del trattamento di quiescenza per i periodi di servizio non assistiti dal versamento contributivo.
IL PASSAGGIO
Ma oltre al milleproroghe, alcune importanti novità in tema di assunzione dei dipendenti pubblici sono arrivate dal vertice di maggioranza sulla manovra. Il blocco del turno over del 75 per cento è stato ammorbidito per alcuni comparti. Non saranno sottoposti al vincolo di tre assunzioni per ogni quattro dipendenti andati in pensione, il comparto della sicurezza e della difesa (quindi polizia, carabinieri, Guardia di Finanza e militari), il personale Ata della scuola e i dipendenti degli enti locali. Per i Comuni che hanno subito una perdita di 160 mila dipendenti in quindici anni, si tratta di una buona notizia.
Intanto su alcune misure inserite nel provvedimento esplode la polemica politica. A partire dalla norma sulla cancellazione delle multe per i no vax. Per la capogruppo del Pd, Chiara Braga, si tratta di «un nuovo condono. Sospese», dice, «le multe ai no vax, quelli che mettevano in pericolo la propria vita e quella degli altri, anziani, malati, persone fragili. Intanto non c’è un euro in più per la sanità». Per il presidente dei senatori Dem, Francesco Boccia, si tratta di «un premio ai furbi». Per Nicola Fratoianni di Avs si tratta di «un precedente pericoloso».
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