Lo sconto di pena nella sentenza di Appello bis: riconosciuta l’attenuante dell’aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale. Per Vicolo Bolognetti annullata l’assegnazione anche dal Consiglio di Stato
L’occupazione dell’ex caserma Masini di via Orfeo da parte del collettivo Làbas, sgomberata nell’agosto del 2017, aveva un particolare valore morale e sociale. La Corte d’appello di Bologna, accogliendo le indicazioni della Cassazione che si era pronunciata ad aprile, ha infatti riconosciuto agli otto imputati nel processo sugli scontri dell’8 agosto 2017, l’attenuante dell’aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale.
A darne notizia, in un post su Facebook, è stato lo stesso collettivo, sottolineando che questa pronuncia «non solo comporta una rideterminazione delle pene inflitte», che sono di quattro mesi per alcuni imputati e di cinque mesi per altri, ma «rappresenta anche un importante riconoscimento del valore politico e sociale di quell’esperienza, nonché dell’azione di chi l’ha difesa, creando un importante precedente giurisprudenziale».
La sentenza sullo sgombero e gli scontri all’ex caserma Masini
Si tratta, infatti, di uno dei primi casi in cui l’attenuante del particolare valore morale o sociale viene riconosciuta in relazione all’accusa di resistenza a pubblico ufficiale, uno dei capi di imputazione a carico degli otto imputati, difesi dagli avvocati Elia De Caro , Simone Sabattini e Francesca Cancellaro.
A segnalare ai giudici della Cassazione come «vizio di motivazione» la mancata concessione dell’attenuante nella sentenza d’appello, che aveva confermato per otto imputati la condanna per resistenza aggravata, per due di questi la condanna per lesioni aggravate e per una nona persona (prosciolta per prescrizione) la condanna per travisamento, erano stati gli stessi legali, secondo cui era illogico che la Corte d’appello non avesse riconosciuto l’attenuante, pur avendo affermato che il valore sociale e culturale di Làbas «fu esplicitamente ed implicitamente riconosciuto dalle istituzioni e dal Comune».
E i giudici della Cassazione avevano effettivamente dato ragione ai legali, annullando il processo d’appello con rinvio. Nelle motivazioni della decisione, riconoscevano che «la motivazione della sentenza impugnata appare viziata quanto al diniego della circostanza attenuante».
Nel motivare sul punto, i magistrati della Suprema Corte scrivono, tra le altre cose, che i giudici d’appello «riconoscono che il valore sociale e culturale del centro Làbas è “esplicitamente ed implicitamente riconosciuto dalle istituzioni e dal Comune, con la concessione di altro spazio dedicato”, ma poi reputano tale valore soccombente rispetto a un’entità del tutto eterogenea (e quindi astrattamente non comparabile), quale la gravità della condotta (desunta da indici come il contesto urbano in cui è state realizzata, il pericolo per l’incolumità pubblica e la lesione del diritto di proprietà e dell’ordine pubblico)».
Da qui la decisione di annullare con rinvio, sul punto, la sentenza d’appello. Altro punto su cui la Cassazione ha accolto i rilievi delle difese è quello relativo all’aggravante di aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale, contestata in relazione alle accuse di lesioni. Questa aggravante, scrivono, «non si configura quando lo stesso delitto (lesioni, ndr) concorre con quello di resistenza a pubblico ufficiale», dal momento che «il fatto in cui si sostanzia l’aggravante» è anche «un elemento costitutivo» del reato di resistenza.
La precedente pronuncia sugli ambientalisti di Ultima Generazione
In sintesi, l’aggravante doveva cadere perché altrimenti si sarebbe giudicata due volte la stessa condotta. L’attenuante dell’aver agito per motivi di particolare valore morale o sociale è ormai un indirizzo giurisprudenziale consolidatosi soprattutto per le proteste degli ecoattivisti di Ultima generazione, ai quali in diversi procedimenti, anche a Bologna, è già stata riconosciuta.
L’assegnazione di Vicolo Bolognetti
Il Consiglio di Stato ha confermato l’annullamento del provvedimento di aggiudicazione degli spazi di Vicolo Bolognetti a Làbas, in seguito allo sgombero, imponendo al Comune di rifare la graduatoria del 2019. Ma, spiega l’assessore al Patrimonio Raffaele Laudani, «Il Consiglio di Stato ha parzialmente accolto il nostro appello alla sentenza del Tar sull’assegnazione di Vicolo Bolognetti, stabilendo che «l’annullamento del provvedimento di affidamento non determina l’inefficacia della concessione».
Il Comune dovrà semplicemente rideterminare i punteggi e motivarli». Non è esclusa quindi una conferma dell’assegnazione.
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