Un Comune che promuove presso i cittadini le attività di prevenzione del tumore al seno presso una clinica privata, a prezzi agevolati. E’ il caso che sta infiammando in queste ore l’Alto Vicentino e il Comune al centro della nascente polemica è quello di Torrebelvicino.
I fatti son presto raccontati: a tutte le donne del paese di due specifiche fasce di età è arrivata una lettera dal Comune (data di protocollo 14 novembre) che parla di prevenzione del tumore al seno. La missiva propone una iniziativa realizzata in collaborazione con una clinica privata “convenzionata” del territorio e cita un progetto di prevenzione di un’associazione oncologica dell’Alto Vicentino, che in questi mesi ha previsto fra le altre cose la realizzazione di serate di sensibilizzazione.
“L’Amministrazione di Torrebelvicino ha deciso di ampliare l’accesso alla prevenzione del tumore al seno – scrive nella lettera la vicesindaca Alessandra Comparin – rispondendo a fasce di età non coperte dallo screening dell’Ulss 7, che si rivolge solo a donne a partire dai 50 anni. Poiché questa patologia purtroppo colpisce anche donne più giovani, è stata introdotta, appunto, un’agevolazione per le donne residenti tra i 30 e i 49 anni e tra i 59 e i 69 anni“. Le lettera riporta poi gli importi delle “agevolazioni” (mammografia e check up donna), le modalità di accesso e la scadenza (sei mesi) delle stesse. E allega l’opuscolo della clinica privata.
Va detto che, come spiega il Ministero della Salute, “gli screening condotti in Italia sono basati su solide prove scientifiche di efficacia e sono organizzati in ‘programmi di screening’” che “sono offerti dal Servizio Sanitario Nazionale a persone appartenenti a fasce di età considerate, sulla base di evidenze scientifiche, a maggior rischio di insorgenza della patologia”. E che, anche in Veneto, tali programmi, sono organizzati in base a precise normative regionali.
Le critiche
A sollevare il caso è stato il consigliere comunale di Schio di Coalizione Civica Carlo Cunegato: “E’ davvero grave che un ente pubblico inviti i cittadini ad andare nel privato. Un colpo al cuore allo spirito della Costituzione. I servizi sociali, sociosanitari e sanitari non vanno gestiti come gli altri, tant’è vero che ancora adesso la legislazione non prevede che sia il privato for profit ad occuparsene, perché la salute non è una merce, ma un diritto fondamentale di tutte le persone che vivono in Italia”. Per Cunegato si tratta di comportamenti che sono “il simbolo evidente del tentativo di farci dimenticare i diritti che ci vengono dalla Costituzione e del senso stesso della legge Anselmi, che aveva istituito un sistema sanitario universale, equo e gratuito”. “I sindaci – aggiunge – dovrebbero far sentire la loro voce, scendere in piazza, lottare contro i governi che tagliano la sanità pubblica, i fondi per il sociale e per la non-autosufficienza, determinando scenari di una grande diseguaglianza nell’accesso alla cura e all’assistenza”.
Per il primo cittadino di Torrebelvicino, Emanuele Boscoscuro, le critiche sollevate hanno “ragioni ideologiche”. “L’iniziativa – spiega – è stata messa in campo, anche dopo esperienze dirette che hanno coinvolto persone dell’amministrazione, con lo spirito di offrire ai cittadini un’opportunità aggiuntiva per la propria salute. Come Comune ci siamo impegnati ad integrare con fondi comunale una quota del costo. Avevamo anche verificato la possibilità di effettuare altre tipologie di campagne di prevenzione, come il camper, ma aveva un costo troppo oneroso. Abbiamo chiesto anche all’Ulss 7 ma ci è stato detto che per quelle fasce di età uno screening su base volontaria non era previsto. Ci tengo anche a sottolineare che la clinica interpellata non è in possesso dei nomi dei cittadini a cui abbiamo proposto di aderire, in rispetto della loro privacy”.
Quanto alle accuse di favorire la sanità privata, Boscoscuro è diretto: “E’ normale che ci sia la sanità pubblica e quella privata. Sappiamo tutti benissimo che il sistema sanitario nazionale non arriva dappertutto e dove non arriva ci son le cliniche private. Possiamo magari aver sbagliato qualche modalità comunicativa, ma lo spirito della proposta è quello di favorire la prevenzione, non certo di indirizzare i cittadini verso la sanità privata”.
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