- L’Italia è al terzo posto nella classifica europea per numero di content creator, con una densità di 82 influencer ogni 100.000 abitanti.
- La crescita esponenziale del comparto rende oggi necessari diversi interventi normativi per regolamentare la professione.
- Dopo l’introduzione di un codice ATECO per gli influencer, potrebbero dunque presto arrivare norme specifiche anche dal punto di vista previdenziale.
È un’Italia tutta digitale quella che emerge dai dati diffusi dal neonato Osservatorio dell’Associazione Italiana Content & Digital Creators (AICDC) durante l’evento “C come Economy. Risposte concrete ad un mondo virtuale”. Il nostro paese è al terzo posto nella classifica europea per numero di content creator, subito dopo Regno Unito e Spagna.
Con una densità di 82 influencer ogni 100.000 abitanti e circa 37.700 professionisti attivi, nel 2023 il settore ha visto ricavi complessivi pari a 4 miliardi di euro ed un reddito medio annuo per professionista che si attesta sugli 84.028 euro.
La creazione di contenuti non è dunque più un semplice hobby, ma una carriera remunerativa per migliaia di influencer da Nord a Sud. E dove c’è lavoro, si rende necessaria anche una regolamentazione puntuale per garantire trasparenza, esigenza a cui le istituzioni tentano oggi di rispondere con interventi specifici dal punto di vista fiscale e contributivo.
Il nuovo codice ATECO per i content creator
Una delle principali novità sul fronte normativo è l’introduzione di un nuovo codice ATECO ideato specificatamente per fornire un inquadramento fiscale specifico a chi lavora nel settore della creazione dei contenuti sui social media.
Il codice specifico per i content creator, attivo da gennaio 2025, sarà dunque il 73.11.02, pensato per ricomprendere tutte le attività tipiche degli influencer tra cui:
- la monetizzazione attraverso piattaforme come YouTube, TikTok e Instagram.
- la produzione e condivisione di contenuti sponsorizzati;
- l’organizzazione di campagne pubblicitarie digitali.
Il codice è però rivolto solo a chi svolge l’attività di influencer in maniera abituale e continuativa come lavoratore autonomo con partita IVA, sia attraverso società. Per chi collabora sporadicamente, i compensi potranno ancora essere gestiti con ritenuta d’acconto. La novità sarà disponibile dal prossimo anno, con l’introduzione di una nuova classificazione Ateco 2025.
Anche gli influencer andranno in pensione: le gestioni INPS
Un ulteriore fronte di intervento potrebbe presto riguardare anche le tutele previdenziali. Oggi è sempre più importante adattare l’intero sistema ai cambiamenti del mercato del lavoro.
Al vaglio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy è quindi la possibilità di regolamentare sempre di più il settore. La stessa INPS sarebbe intenzionata a proporre una regolamentazione specifica intorno agli obblighi contributivi per i professionisti del settore per ciascuna fattispecie.
L’obiettivo è quello di offrire finalmente certezze e univocità di interpretazione a un settore spesso costretto ad operare in una giungla di normative generalizzate. Secondo le prime indicazioni, l’inquadramento previdenziale sarà variabile in base alle caratteristiche del lavoro svolto:
- per attività prevalentemente commerciali, come la promozione di prodotti e servizi, si prevede l’iscrizione alla gestione commercianti.
- per collaborazioni coordinate e continuative o professioni non regolamentate, si farà riferimento alla gestione separata;
- per chi produce contenuti connessi al mondo dello spettacolo, potrebbe essere applicabile il regime previdenziale specifico già in essere per il comparto.
Questi provvedimenti daranno chiarezza all’intero settore, che attualmente sta registrando una crescita notevole soprattutto nel nostro paese.
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