Il ddl Concorrenza è legge: l’aula del Senato lo ha approvato con 77 sì e 40 voti contrari. Con il via libera definitivo al testo entro la fine dell’anno, il governo ha centrato uno degli obiettivi del Pnrr.
Le novità introdotte riguardano un’ampia gamma di materie: dai trasporti al tessuto imprenditoriale, passando per la tutela dei consumi dei cittadini.
Da notare che al fotofinish il capogruppo di FI al Senato Maurizio Gasparri ha annunciato il ritiro dell’emendamento al ddl Concorrenza sui giganti web. «Oggi l’emendamento lo ritiro ma la prossima volta no. Anche i giganti della Rete devono pagare», ha detto.
Tetto del 5% alle commissioni dei buoni pasto
Partendo dal mondo imprenditoriale, vengono introdotti nuovi requisiti per mantenere lo status di startup dopo tre anni, cancellando però quelli (contestati dalle associazioni del settore) che erano stati previsti nel testo del governo. Rimossi infatti i requisiti di dover disporre, entro il secondo anno dall’iscrizione, di un capitale sociale di almeno 20 mila euro e di impiegare almeno un dipendente, nonché di dimostrare che i brevetti di proprietà o in licenza siano effettivamente utilizzati nell’attività di impresa.
Sono invece sei i nuovi criteri introdotti per restare nel Registro e bisognerà possederne almeno uno: incremento al 25% delle spese di ricerca e sviluppo; stipula di almeno un contratto di sperimentazione con una Pa; aumento dei ricavi caratteristici o comunque individuati alla voce A1 del conto economico superiore al 50% dal secondo al terzo anno; costituzione di riserva patrimoniale superiore a 50mila euro, attraverso un finanziamento convertendo, o aumento di capitale a sovrapprezzo che porti a una partecipazione di minoranza, da parte di un investitore terzo professionale, un incubatore o acceleratore certificato, un investitore vigilato, un business angel o attraverso equity crowdfunding, più incremento al 20% della R&S; ottenimento di almeno un brevetto; trasformazione in Spa.
Tra le misure agevolative figura anche l’aumento, dal 2025, dal 50 al 65% della detrazione Irpef prevista (nel rispetto di una serie di condizioni) per gli investimenti nel capitale sociale di una o più startup innovativa. Un’altra novità importante riguarda i fondi pensione e le casse previdenziali private che, per poter mantenere l’esenzione fiscale sul capital gain (del 26%), dovranno investire nei fondi di venture capital almeno il 5% degli investimenti qualificati dell’anno precedente, quota che dovrà salire al 10% dal 2026.
Il ddl concorrenza 2024 proroga inoltre l’efficacia delle autorizzazioni e delle concessioni di suolo pubblico per i dehors fino al 31 dicembre 2025. A questo si aggiunge l’impegno che si è preso il governo all’emanazione, entro 12 mesi, di un decreto legislativo di riordino del settore.
Il testo fissa inoltre un tetto massimo del 5% alle commissioni per i buoni pasto, quota che dovrà remunerare ogni eventuale servizio aggiuntivo offerto dagli emittenti dei ticket agli esercenti. È previsto un periodo transitorio: per tutti i ticket emessi entro il 1° settembre del prossimo anno si continueranno ad applicare le vecchie condizioni, ovvero quelle già concordate con gli esercenti prima dell’entrata in vigore del ddl Concorrenza. Nello stesso periodo, dal canto loro, le società emittenti potranno recedere dai contratti di fornitura in essere senza indennizzi o oneri.
Misure contro la shrinkflation
Il provvedimento contiene anche misure a tutela del potere d’acquisto delle famiglie dai fenomeni inflattivi.
Per contrastare le prassi commerciali di «riporzionamento dei prodotti preconfezionati» ossia la shrinkflation, a partire dal 1° aprile 2025 sono introdotti nuovi obblighi di trasparenza per i produttori, che immettono in commercio un articolo che mantiene inalterato il confezionamento, pur avendo subito una riduzione della quantità e un aumento del prezzo per unità di misura. Il produttore che ha effettuato questo «riporzionamento» dovrà informare il consumatore dell’avvenuta riduzione della quantità, «tramite l’apposizione nel campo visivo principale della confezione di vendita o tramite un’etichetta adesiva riportante la seguente dicitura: questa confezione contiene un prodotto inferiore di X (unità di misura) rispetto alla precedente quantità». L’obbligo di informazione si applica per un periodo di sei mesi dalla data di immissione in commercio del prodotto.
Viene resa inoltre più funzionale l’attività di monitoraggio dei prezzi e delle tariffe effettuata dalle Camere di Commercio, attribuendo al Garante per la sorveglianza dei prezzi il potere di individuare i prodotti da sottoporre a controllo. Al fine di coordinare al meglio la suddetta attività si prevede, inoltre, che il Garante adotti specifiche linee guida per individuare modalità omogenee di rilevazione dei prezzi quali, a titolo esemplificativo, le cadenze temporali.
Le concessioni autostradali
Quando al mondo dei trasporti, il ddl prevede l’applicazione di sanzioni in caso di mancata iscrizione al registro degli operatori del settore del trasporto pubblico non di linea, ossia taxi e Ncc, per fronteggiare il grave fenomeno dell’abusivismo.
Per di più dato che i Comuni potranno accedere al registro verificando la veridicità dei dati e comunicare al ministero dei Trasporti i dati relativi agli eventuali provvedimenti di revoca o sospensione adottati, ne seguirà una ricognizione precisa del numero delle licenze e delle autorizzazioni per ciascun Comune.
Sulle assicurazioni ci sono diverse previsioni. Da un lato, viene favorita la portabilità dei dati contenuti nelle scatole nere, vietando le clausole che limitano la disinstallazione gratuita dei dispositivi alla scadenza annuale della polizza, anche attraverso specifiche penali. Dall’altro lato, viene affidata all’Ivass la gestione di un portale per la comparazione dei costi delle polizze catastrofali.
Da ultimo, non certo per importanza, con grande spinta del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, viene prescritto che una parte dei pedaggi autostradali non entri nelle casse dei grandi gruppi concessionari, anche internazionali, ma vada allo Stato. È inoltre stabilito l’obbligo di svolgimento delle gare per i contratti di concessione autostradale, impedendo il rinnovo automatico. (riproduzione riservata)
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