La scoperta a casa di un 68 enne di Masserano, già in arresto perché in possesso di armi da guerra. Si tratta di 95 reperti e 16 trappole di fauna selvatica per un valore tra i 50 e gli 80mila euro
Dodici zanne di avorio, sette pelli di gattopardo africano, diversi animali imbalsamati, più una collezione di armi e munizioni da guerra che venivano custodite ed esposte in una casa-museo a Masserano (Biella). A un mese dall’arresto di un uomo di 68 anni, i carabinieri forestali del nucleo Cites di Alessandria rendono noti i dettagli dell’ingente materiale sequestrato nell’abitazione.
In particolare i carabinieri forestali del nucleo Cites di Alessandria, che erano intervenuti coadiuvati dal nucleo carabinieri forestale di Asti e del nucleo Cites di Torino, hanno posto sotto sequestro 88 reperti importati illegalmente e particolarmente protetti dalla Convenzione internazionale di Washington, sette tutelati ai sensi della legge italiana sulla fauna selvatica, per un valore commerciale che si aggira tra i 50.000 e gli 80.000 euro. Il nucleo Cites si occupa infatti del rispetto della Convenzione di Washington commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione. A questi si aggiunge il sequestro di sedici trappole tipo tagliole.
La lisa delle meraviglie
L’uomo aveva collezionato dodici zanne in avorio, due zampe e una coda di elefante africano, 41 zanne di ippopotamo, un teschio di primate e uno di leone, tre pelli di pitone africano (di cui una di circa 6 metri), sette pelli di gattopardo africano, due pelli di leopardo, un rostro appartenente a un esemplare di pesce sega, quattro grandi carapaci di testuggini marine, un esemplare di corallo scleractinia e ulteriori esemplari imbalsamati di coccodrillo, poiana di Harris, varano, marmotta, scoiattolo rosso, lontra, tasso e ghiro.
Armi e munizioni
Nella perquisizione di novembre i carabinieri del reparto di tutale dei beni culturali avevano invece trovato numerose arme e munizioni da guerra: una mitragliatrice, bombe a mano, un lanciagranate. ‘L’arresto era scattato in quanto era stato appurato che le armi erano perfettamente funzionanti. L’uomo, un appassionato collezionista incensurato, si era difeso di essere ignaro dell’illiceità della sua condotta.
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