Dal 1° gennaio 2025 sono attese novità in materia di detrazioni e non tutte vantaggiose per i contribuenti
Nel DDL di legge di bilancio 2025 che ha iniziato ufficialmente il suo iter verso la definitiva approvazione, vi sono alcune importanti novità per le detrazioni fiscali. Si è parlato per diverse settimane del quoziente familiare di prossima introduzione, annunciato dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti a più riprese, vediamo dalla norma in bozza del DDL cosa si prevederà a partire dal 1° gennaio 2025. Il taglio dei bonus fiscali, secondo le stime ufficiali, dovrebbe far perdere circa 900 milioni di euro all’anno ai contribuenti con i redditi più alti.
Le stime dell’Ufficio parlamentare di bilancio quantificano su questo valore l’effetto a regime del meccanismo in arrivo con la legge di Bilancio 2025 sulle detrazioni Irpef. L’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) è un organismo indipendente costituito nel 2014 con il compito di svolgere analisi e verifiche sulle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica del Governo e di valutare il rispetto delle regole di bilancio nazionali ed europee. L’Upb punta ad assicurare la trasparenza e l’affidabilità dei conti pubblici e si dichiara al servizio del Parlamento e dei cittadini.
ll Ddl di Bilancio per il 2025 prevede, al momento, un tetto alle spese che i contribuenti potranno portare in detrazione ad esclusione delle spese mediche. Viene introdotto, a partire dal 2025, un massimale alle spese detraibili ai fini Irpef, che sarà calcolato in base a due indicatori: un valore fisso predeterminato sulla base del reddito complessivo dichiarato e un coefficiente parametrato alla situazione familiare del contribuente.
Sono invece escluse da questo calcolo altre voci, le seguenti: spese sanitarie, interessi passivi per i mutui contratti fino al 31 dicembre 2024, spese detraibili sostenute entro il 31 dicembre 2024. Secondo l’Upb, “il limite alle spese detraibili complessive non opera una razionalizzazione selettiva, ma piuttosto un taglio lineare di agevolazioni diverse per tipologia e finalità. Sebbene la riforma costituisca un passo nella direzione del contenimento delle spese fiscali (tax expenditures), occorrerebbe un approccio più organico alla loro razionalizzazione, anche per evitare di aumentare la complessità del sistema“
Impatto pratico sui contribuenti
A partire dal 2025, la legge di bilancio introdurrà modifiche significative alle detrazioni fiscali, con un impatto maggiore sui contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro. La normativa prevede un importo massimo detraibile calcolato in base al reddito e al numero di componenti del nucleo familiare. Per i redditi oltre i 75.000 euro, il limite sarà fissato a 14.000 euro, mentre per quelli sopra i 100.000 scenderà a 8.000 euro, entrambi moltiplicati per un coefficiente che varia da 0,50 (senza figli) a 1 (più di due figli o figli con disabilità).
Concretamente, il rimborso massimo per un contribuente con reddito di 80.000 euro che spende 20.000 euro (escluse le spese sanitarie) sarà inferiore rispetto al passato. Senza figli, potrà detrarre al massimo 7.000 euro, cifra che sale a 9.800 euro con un figlio, 11.900 con due, e fino a 14.000 con più di due figli o uno con disabilità. I single ad alto reddito risultano i più penalizzati. Tuttavia, le spese sanitarie continueranno a beneficiare delle regole attuali, con una detrazione del 19% al netto di una franchigia di 129,11 euro.
Chi sarà colpito e quali spese
La stretta colpirà circa 1,1 milioni di contribuenti, pari al 6% del totale, ma responsabili del 19% delle spese detraibili. Le categorie più interessate sono i contribuenti con redditi oltre i 75.000 euro, con un impatto significativo su chi dichiara più di 100.000 euro. Le spese maggiormente interessate saranno quelle per interventi edilizi. Tuttavia, la riforma si applicherà solo alle spese sostenute dal 2025 in avanti, mentre quelle pregresse rimarranno soggette alle vecchie normative.
L’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) sottolinea i limiti di questa misura, evidenziando come la sua portata sia circoscritta e la complessità del sistema fiscale possa ulteriormente aumentare. Sebbene il recupero di gettito previsto sia modesto nei primi anni – 230 milioni nel 2026 – esso crescerà fino a 900 milioni a regime. L’Upb auspica comunque un intervento più organico per razionalizzare le tax expenditures e ridurre le difficoltà legate agli adempimenti dichiarativi.
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