La situazione degli affitti nella zona storica di Santa Chiara è diventata insostenibile per molti residenti. Antonio Del Castello, docente universitario a contratto, racconta la storia della sua famiglia che, costretta a lasciare il proprio appartamento, rappresenta una delle tante vittime di questo mercato immobiliare in continua ascesa. Con un aumento di oltre il 100% dell’affitto di un monolocale, sempre più persone si trovano in difficoltà a trovare una soluzione abitativa adeguata.
L’aumento immobiliare: un raddoppio dell’affitto insostenibile
Antonio vive attualmente in un appartamento con un canone di 750 euro al mese, cifra già significativa considerando l’attuale situazione economica. Con la scadenza del contratto prevista per la fine di gennaio, ha ricevuto una richiesta che ha dell’incredibile: la proprietaria intende raddoppiare l’affitto a 1.500 euro. Una cifra che per molte famiglie, anche quelle di due redditi, risulta insostenibile. Antonio racconta che la sua famiglia, con un reddito complessivo di 3.000 euro, fatica a far quadrare i conti.
L’innalzamento dei canoni di affitto non colpisce soltanto chi vive in affitto da anni, ma mette in seria difficoltà anche i nuovi inquilini o coloro che necessitano di trovare una nuova abitazione. La mancanza di opzioni abitative a prezzi accessibili sta creando una sorta di emergenza abitativa che non può essere ignorata. Questo fenomeno si sta allargando anche a chi, come Antonio, ha un contratto di lavoro precario e un’unica fonte di reddito, rendendo la stabilità abitativa sempre più precaria.
Il bed and breakfast: un’alternativa o una minaccia per i residenti?
La questione dell’aumento degli affitti non si limita solo alle richieste economiche, ma si intreccia anche con la diffusione di pratiche come quella dei bed and breakfast. Antonio non può confermare se la sua proprietaria abbia delle intenzioni in questo senso, ma la coincidenza non passa inosservata: nello stesso condominio esiste già un appartamento adibito a bed and breakfast.
Questa tendenza rappresenta sia un’opportunità economica per i proprietari, che possono guadagnare di più affittando brevemente a turisti piuttosto che a residenti stabili, sia una minaccia per coloro che sono costretti a lasciare le proprie abitazioni. Le strutture di accoglienza temporanea aumentano l’accaparramento degli immobili, riducendo ulteriormente le opzioni per chi cerca un luogo stabile in cui vivere. Il rischio è quello di un’ulteriore gentrificazione della zona storica, spingendo residenti a lungo termine verso la periferia.
Un futuro incerto per le famiglie e i giovani professionisti
La storia di Antonio Del Castello è rappresentativa di una crisi più ampia che coinvolge giovani professionisti e famiglie che, a causa delle circostanze attuali, si vedono costrette a lasciare la propria casa. Il problema degli affitti non è solamente una questione di numeri: è una questione di stabilità, sicurezza e qualità della vita. Il rischio di perdere la propria abitazione può influenzare anche la carriera professionale e le relazioni sociali di una persona.
Le autorità locali e le istituzioni sono chiamate a rispondere a questa emergenza, considerando soluzioni che possano garantire un equilibrio tra il mercato immobiliare, il diritto abitativo e il mantenimento della comunità storica. Se non si interviene tempestivamente per mitigare queste problematiche, il futuro di Santa Chiara e di tante altre aree storiche potrebbe essere compromesso, con effetti diretti sulle vite dei suoi abitanti.
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