La parafarmacia della stazione è stata chiusa perché non ha dato risultati soddisfacenti, ma ora si prova a rilanciare con una farmacia. La società “Farmacie Comunali Piacentine”, partecipata del Comune, sta pensando di trovare un luogo adatto nell’area di piazzale Marconi. Nel 2019 “Fcp” aveva inaugurato il suo punto vendita. Diversi i problemi registrati nei primi mesi di attività: pandemia e quindi mancanza di pendolari-clienti, impossibilità di posizionare insegne per un vincolo della Soprintendenza, assenza di parcheggi.
Nel 2021 è stata chiusa, ma la società ha continuato a pagare l’affitto, fino alla recente disdetta. Ora Fcp sembra intenzionata a studiare un investimento importante, come ha ammesso l’assessore al bilancio e alle partecipate, Gianluca Ceccarelli: «L’intenzione è quella di non abbandonare la stazione, ma trovare un punto diverso per una farmacia». Il progetto è antico, ma in passato le distanze necessarie dalla farmacia più vicina hanno impedito il proposito, portando a “virare” sulla parafarmacia. Ora si vuole fare programmare un nuovo tentativo in zona, rimanendo nei limiti.
Spera in un rilancio in questo comparto l’ex sindaco Patrizia Barbieri. «Piacenza – è il suo intervento in aula – è l’unica città che non ha una farmacia nella propria stazione, impossibilitata per una questione di distanze. Però pare che ci siano interlocuzioni comunque per questa esigenza».
«Nelle Farmacie Comunali – ha detto Massimo Trespidi (Civica Barbieri-Liberi) – c’è un problema di carattere politico, sui patti parasociali, in scadenza nel 2027. È tempo di discutere la questione in tempo per definire la struttura della governance. D’altronde il fatturato è risultato in crescita dal 2021 al 2023 di 1,3 milioni di euro, però dal 2019 al 2023 i costi di produzione sono aumentati da 5,9 a 6,6».
«Sulle Farmacie è stato lo stesso presidente Giovanni Piazza – ha fatto notare Andrea Fossati, capogruppo Pd – a dire che l’apice economico è stato toccato, a queste condizioni. Sono d’accordo che sia venuto il momento di ritoccare i patti parasociali».
«Nelle Farmacie è necessario avere un amministratore delegato nominato dal Comune – l’auspicio di Nicola Domeneghetti (Fdi) – perché non riusciamo ad incidere con la presenza di un presidente e due consiglieri».
PIACENZA EXPO
In Consiglio comunale si è discusso anche di un’altra società partecipata. Per Massimo Trespidi “Piacenza Expo”, l’ente fieristico, è una «società decotta», se si guarda a fatturato e costi. «Manca un piano industriale di sviluppo, ce lo ha dimostrato il presidente Giuseppe Cavalli venendo qua in Comune con un foglio che accertava il fatto che la società “pagava le tasse”, tutto qui. Dopo sette anni direi che il presidente non è in grado di invertire la rotta. Se Cavalli non convoca tutti i soci per definire un piano di rilancio, facciamolo noi. Lui prova a tirare a campare, noi non possiamo tirare le cuoia, siamo proprietari al 51% delle quote della società.
«Pc Expo è un valore aggiunto – è il parere di Fossati (Pd) – la Fiera dei Vini e Aquawatt lo dimostrano, la strategia è l’offerta del calendario degli eventi. Con il piacentino Vincenzo Colla vicepresidente della Regione ci sarà attenzione».
«Per Pc Expo siamo tutti d’accordo – ha commentato l’assessore Ceccarelli – che i numeri evidenziano il fatto che il fatturato è influenzato da Geofluid. La governance si sta attivando per organizzare nuovi eventi e rafforzare quelli esistenti. I 400mila euro annuali di ammortamenti sui beni immobiliari pesano sui bilanci della società. Ogni anno però 180mila persone varcano la soglia dei padiglioni, creando indotto per il territorio e portandoci in dote più soldi con la tassa di soggiorno. Noi dobbiamo supportare la governance, dare una mano».
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