Roma – “E’ il lavoro dell’uomo che fa diventare belli i posti, che li scolpisce nei secoli. Pensate che un politico italiano, Emilio Sereni, ha sintetizzato questo principio, a prescindere dall’appartenenza politica: parlo di benessere, qualità di vita, innovazione. Oggi si parla di tecnologia e l’Italia è protagonista anche in questo, tutto senza rinunciare alla qualità, il nostro segno distintivo”.
Così Francesco Lollobrigida, ministro Masaf, in occasione di Atreju 2025, a Roma.
“Le rappresentanze di agricoltura e pesca hanno garantito una protezione del settore, considerato erroneamente marginale per anni, mentre l’agricoltura è custode dell’ambiente, non solo come carburante del corpo umano, ma anche per costruire la convivialità che rende la nostra vita migliore. Il ministro Serpieri, ad inizio ‘900, ebbe modo di legiferare per affrontare nuove crisi attraverso la forestazione e la gestione del territorio.
Ricordiamo che l’Italia ha poche terre facilmente coltivabili, dove è difficile fare reddito. Questo significa che non basta la passione, pensando ai giovani. Per questo nel 1958 fu pensata la PAC, per garantire la sicurezza alimentare, così da aiutare l’agricoltore ad avere un giusto sostentamento e di educazione. Dal Governo Meloni l’agricoltura ha ricevuto finanziamenti più di quanta ne abbia mai ricevuti nella storia repubblicana. Non sussidi ma fondi per innovare, ad esempio, come per il fotovoltaico: 21 mila aziende produrranno energia pulita senza togliere un metro quadro alla produzione agricola.
Abbiamo portato il primo piano strategico di revisione sulla Pac, questo lo scorso anno. Volevamo imporre ai nostri pescatori, i burocrati e non il vicecommissario, una diminuzione del 38% dello sforzo di pesca, un tentativo che abbiamo bloccato. Serve ragionare sulla prosperità dei popoli europei, così da contagiare in modo sano le altre nazioni.
10 anni fa l’Europa rappresentava il 10% del Pil del pianeta, oggi siamo ancora così, ci siamo fermati. Per questo dobbiamo ripartire, con il nostro tessuto economico, così da sopravvivere attraverso un sistema di equità sociale.
Le sfide sono tante, a partire dai trattati internazionali. Non siamo contro il mercato, ma per aprirlo al massimo con regole, così da proteggere i nostri imprenditori, che non devono essere sacrificati di fronte ad altri interessi. Serve fare pianificazione, il che non vuol dire chiusura, come molti confondono per quanto riguarda la Sovranità. Oggi stiamo vincendo, non come Italia, ma come tutta Europa. In due anni, questo governo ha fatto molto più di chi c’è stato nei decenni precedenti.
L’Italia non si deve dividere, deve fare sistema, come abbiamo fatto vedere a Ortigia. Diventa necessario sedersi allo stesso tavolo per vedere quello che abbiamo in comune e che va difeso. Nei prossimi mesi continueremo a confrontarci con tutti, indosseremo una unica maglia, quella azzurra”.
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