di Lorenzo Sarra
Il caso di via Cento Stelle tra chiusure e difficoltà: «Aprire oggi è un atto eroico»
È ancora la strada simbolo di Campo di Marte. Negli anni, però, il cambiamento è stato lento ma inesorabile. Sempre più agenzie immobiliari. Sempre meno varietà di botteghe. Nell’ultima decade, in via delle Cento Stelle, sono chiusi una latteria, un grana market, un’autoscuola, un negozio di argenteria, una pelletteria, una merceria, un termo idraulica, una rivendita di chitarre, una boutique per animali, un caccia a pesca. E l’elenco potrebbe proseguire.
Le saracinesche abbassate più recentemente sono quelle della rosticceria Centostelle, della tabaccheria Nocentini e della cartoleria Cartapinta di piazza Antonelli, naturale prolungamento della strada. E passeggiando si notano diversi fondi sfitti. Sicuramente c’entra l’e-commerce, ma per alcuni il problema è legato pure agli affitti.
«Sono cresciuti parecchio — dice Lucia Varriale dell’ortofrutta Giglio — E bisogna fare i conti con il caro energia. Spendo sui 900 euro al mese, nel 2019 era la metà». Ci sono poi le situazioni contingenti: «Il nostro vecchio fondo era di una proprietà fallita — spiega Leonardo Orlandi dell’autoscuola Bartalesi, trasferitasi in via Lungo l’Affrico — All’asta giudiziaria non siamo riusciti a riprenderlo».
L’elemento più significativo pare però la mancanza di cambio generazionale. L’alimentari di Luciano Marilli è aperto dal 1957: «Quando sono arrivato qui, noi negozianti eravamo tutti giovani, era un quartiere nuovo. Purtroppo siamo invecchiati insieme». A proseguire la sua tradizione c’è il nipote, così come all’enoteca Bottega del gusto c’è Giovanni, 27enne figlio del titolare. Ma sono poche eccezioni. Col rischio appunto che, a parte pane e verdura, la via sia privata dell’ampia scelta di attività che l’aveva sempre contraddistinta.
Il meccanico Simone Venturi infatti spiega che «ci sono anziani che vanno giustamente in pensione dopo una vita di lavoro, ma faticano a vendere: in pochi vogliono aprire in un momento come questo». Laura Nocentini ha ceduto la licenza di tabaccheria alla pasticceria Villani, dopo 33 anni di attività: «Non so cosa verrà dopo di noi: aprire oggi una partita Iva è un atto eroico. I tabacchi, come i giornalai, hanno guadagni risicati sulle percentuali, ma per me non è stata una questione economica, avevo solo voglia di cambiare». Che però ci siano difficoltà, Nocentini non lo nasconde: «Accanto a noi c’era un’agenzia di viaggio che non ha più riaperto dal 2021, non ricordo qua un periodo così lungo di un fondo vuoto».
Una volta, nella strada, c’era la rete di contatti del Ccn Cento Stelle. L’associazione era gestita da una signora di una merceria, andata in pensione: «Da un anno si è sciolta. Non c’era partecipazione», dice Lorenzo Venni dell’ottica Centostelle. Emanuele Giovannoni del bar Moma di piazza Antonelli cerca di essere ottimista, anche se «dieci anni fa lavoravamo di più. La profumeria qui vicino, ad esempio, aveva due punti vendita: ha ottimizzato gli spazi, occupando uno solo. Comunque questa non sarà via Gioberti, ma resta una zona viva». Anche Paola Polacci, parrucchiera di Paola equipe, vede il bicchiere mezzo pieno: «La strada ha residenti e passaggio. Difatti ho preso un secondo fondo».
La parte con più ricambio è quella tra piazza Antonelli e via Calatafimi. Meno scossoni nel tratto verso la chiesa dei Santi Fiorentini: «Ma certo — dice il gioielliere Massimo Costanzo, qui da 28 anni — è innegabile siano comparse come funghi le agenzie immobiliari».
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