L’11 maggio 2015, Alessandro Sabatino e Luigi Cerreto, due badanti originari di Caserta, scomparvero misteriosamente da Siracusa, lasciando dietro di sé un inquietante vuoto che avrebbe segnato per sempre le loro famiglie e amici.
Arrivati in Sicilia nel marzo del 2014, avevano deciso di ricominciare una nuova vita, lavorando come assistenti a un anziano della zona.
L’ultima telefonata dei ragazzi alle rispettive madri risale alla festa ricorrente, dopodiché nessuno ha avuto più notizie di loro.
Un silenzio che durò fino al 2021, quando la verità finalmente venne a galla, portando con sé una macabra e dolorosa scoperta.
Un grande amore e la ricerca di indipendenza
Alessandro e Luigi, erano conosciuti per la loro empatia, solarità e dedizione nel lavoro. La loro natura gentile e il forte spirito di sacrificio li avevano spinti a trasferirsi in Sicilia, alla ricerca di un’opportunità di vita diversa.
Il sogno di costruirsi un futuro migliore in un nuovo contesto li aveva accompagnati nei mesi iniziali, pieni di speranze.
Purtroppo, i loro sogni furono presto infranti dal deteriorarsi del rapporto con il loro datore di lavoro, figlio dell’uomo che avrebbero dovuto assistere.
Chi vide per ultimo la coppia?
Le indagini, avviate subito dopo la denuncia di scomparsa, non tardarono a rivelare dettagli inquietanti.
La squadra mobile della Polizia di Stato di Siracusa, coordinata dal vicequestore Salvatore Emanuele Tito Cicero, fece irruzione nell’abitazione dove i due prestavano servizio.
L’unità cinofila, assistita da Dogan, un pastore tedesco grigione specializzato nel ritrovamento di cadaveri, resti umani e tracce ematiche, fu impiegato nelle ricerche, sollevando il sospetto che la loro sparizione non fosse dovuta a una fuga volontaria.
Come confermato dalla trasmissione “Chi l’ha visto? L’ultimo ad averli visti era proprio il proprietario di casa.
Datore di lavoro sotto indagine
Il caso prese una piega inquietante con l’emergere di nuove piste investigative. Le forze dell’ordine iniziarono a concentrare la loro attenzione sul datore di lavoro delle vittime, l’uomo che, inizialmente, sembrava non avere alcuna responsabilità nella vicenda.
L’avvocato dei familiari di Sabatino e Cerreto non si arrendeva: grazie alla sua determinazione, ottenne che il giudice nelle indagini preliminari, il gup Tiziana Carrubba, rigettasse la richiesta di archiviazione, mantenendo vive le ricerche.
Grazie a questa svolta, vennero avviate ulteriori analisi e ispezioni, inclusi i veicoli utilizzati dalla moglie dell’indiziato, per cercare tracce biologiche.
Gli accertamenti si estendevano in modo capillare, con squadre di ricerca che perlustravano boschi, pozzi e canali nelle aree circostanti, auspicandosi di trovare prove che potessero chiarire la sorte dei due innamorati.
Ritrovamento dei corpi: la svolta
La svolta drammatica arrivò nel 2021, quando i corpi di Alessandro e Luigi furono ritrovati privi di vita nell’abitazione dell’indagato, un luogo che, in origine, avrebbe dovuto rappresentare il rifugio di un nuovo inizio.
La loro morte avvenne in circostanze cruente, e il ritrovamento dei cadaveri pose fine a sei anni di angoscia per le famiglie.
La vicenda però, non si concluse, con il rinvenimento: un nuovo capitolo giudiziario ebbe inizio, portando alla luce dettagli oscuri e alimentando la speranza di ottenere giustizia per le vittime.
L’omicidio: movente e dettagli
Secondo le ricostruzioni emerse durante le indagini e il processo, i due uomini furono brutalmente uccisi: costretti a inginocchiarsi, legati con fascette di plastica e giustiziati con un colpo d’arma da fuoco alla testa.
Dopo l’esecuzione, i loro corpi vennero occultati nel giardino della villa dove avevano lavorato. Per depistare le ricerche, venne costruito un camino in muratura sopra il luogo della sepoltura.
Questo dettaglio macabro rivelò la freddezza e la premeditazione dell’assassino.
Il movente del duplice omicidio sembra legato al coraggio di Alessandro e Luigi di denunciare abusi ai danni dell’anziano che accudivano. Un atto di giustizia che purtroppo costò loro la vita.
Un destino similare a quello di Imane Laloua, scomparsa da Prato nel 2003 e uccisa da persone ignote. I suoi resti sono stati ritrovati nel 2006 da un camionista e identificati mediante il test del DNA solo nel 2018.
Ergastolo confermato per l’assassino
Nel 2022, la Procura Generale di Catania richiese e ottenne il giudizio immediato per il presunto assassino di Sabatino e Cerreto, avanzando la massima pena prevista: l’ergastolo.
Nonostante la difesa dell’imputato avesse invocato una perizia psichiatrica per stabilire la sua capacità d’intendere e di volere, i familiari delle vittime, attraverso il loro legale, si opposero fermamente.
Tuttavia, nell’aprile 2023, la perizia fu effettuata e confermò che l’uomo era pienamente nelle facoltà di comprendere l’evento.
Infine, 2024, giunse la sentenza definitiva: ergastolo per il colpevole, chiudendo un lungo percorso giudiziario e restituendo giustizia a due giovani che, purtroppo, non potranno mai essere restituiti alle loro famiglie.
Ma nessuna condanna potrà restituire i due ragazzi alle loro famiglie, che ancora oggi portano nel cuore un vuoto incolmabile. La loro perdita resta una ferita profonda per chi li amava, simbolo di una tragedia che continuerà a scuotere le coscienze.
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