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No Ponte in presidio a Messina: “I membri della commissione Via cambiano, ma restano molte prescrizioni” #finsubito prestito immediato – richiedi informazioni –


“Hanno rinnovato la commissione Via – Vas sostituendo alcuni nomi di tecnici con nomi di persone vicine ai partiti di governo. Ciò nonostante il parere presenta 62 prescrizioni molto significative come l’aggiornamento della valutazione geologica, oltre che la necessità di un piano dettagliato sul fabbisogno idrico (in un’isola dove manca l’acqua nel quotidiano è un problema non da poco)”, così sottolinea la senatrice del M5s Barbara Floridia, parlando dal palco di piazza Lo Sardo sabato 14 dicembre, a Messina.

Un presidio in Piazza per dire No al Ponte e un palco sul quale si sono susseguiti gli interventi di ambientalisti, dei comitati, dei partiti e dei futuri espropriati, enunciando i perché dell’opposizione alla grande opera voluta da Matteo Salvini. Non solo, in piazza Lo Sardo sono state raccolte firme “per lanciare un appello al capo dello Stato, Sergio Mattarella – hanno spiegato dal Comitato No Ponte Capo Peloro – nel suo ruolo di garante e custode delle regole costituzionali e politiche, per fare in modo che in questa fase così delicata delle procedure di valutazione e decisione del progetto del ponte sullo Stretto non venga mai meno da parte di nessuno/a il pieno rispetto di quei principi e valori costituzionali in cui, nonostante non siano mancati in questi anni diversi tentativi di una loro messa in discussione, riponiamo ancora massima fiducia”.

“Hanno detto che il Ponte porterà 80mila, 130mila, poi perfino 150mila posti di lavoro. Noi diciamo che non ne porterà più di 2400. Sfido chiunque a dire il contrario e nessuno ci ha finora smentiti”, sottolinea Piero Patti, segretario provinciale della Cgil che ha condotto gli interventi dal palco. “Sembra una banalità ma vogliamo l’acqua, gli asili nido… mentre è lo stesso Cas che dice che per sistemare gallerie e autostrade ci vorranno 3 miliardi: chiediamo che le risorse vengano investite per le infrastrutture che possano migliorare la qualità di vita e lavoro nel nostro territorio e connettere la Sicilia da est verso ovest e nord verso sud perché il problema principale nostro è quello”, ha aggiunto il segretario della Cgil, ricordando in primis come Messina soffra di un cronico razionamento del servizio idrico.

“Guardate cosa sta succedendo per i lavori del raddoppio ferroviario, opera senza dubbio necessaria ma che sta creando molti disagi alla popolazione”, ha ricordato invece, Armando Hyerace, segretario provinciale del Pd. Il riferimento è al materiale di risulta degli scavi per il raddoppio ferroviario, in cui è stato riscontrato un valore dell’arsenico superiore ai limiti. Un caso che ha attirato l’attenzione anche della procura di Messina, che ha disposto il sequestro di una delle vasche per l’accumulo di questo materiale proveniente dai lavori per il raddoppio ferroviario Messina – Catania, affidato a un consorzio di imprese di cui è capofila Webuild, la società che dovrà costruire il Ponte sullo Stretto.

“Tutto quello che hanno chiesto ad aprile glielo hanno richiesto a novembre, non c’è una sola cosa che sia stata chiarita dalle risposte presentate dalla Stretto di Messina a settembre. Gli hanno chiesto dalla A alla Z: l’acqua, per esempio, gli hanno chiesto da dove la prendete, quanta ve ne serve. Gliel’hanno chiesto ad aprile e gliel’hanno richiesto a novembre perché non c’è stato alcun avanzamento”, ha sottolinea Anna Giordano nota ambientalista siciliana del Wwf.

Contro il parere della Commissione Via Vas annunciano, invece, ricorso le associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf e Lipu: “Abbiamo studiato e verificato se il parere del Mase sia immediatamente lesivo degli interessi ambientali e dei diritti”, ha spiegato l’avvocata Aurora Notarianni. La legale, assieme ai colleghi Giuseppe Vitarelli, Maria Grazia Fedele e Antonino De Luca (quest’ultimo è anche capogruppo del M5s all’Assemblea regionale siciliana) , ha presentato al Tribunale delle Imprese di Roma l’azione inibitoria di 104 cittadini per “ottenere la cessazione immediata da parte della società Stretto di Messina, di ogni atto o comportamento pregiudizievole dei diritti e degli interessi collettivi” e “di ogni attività tendente all’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo”.

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La posizione del Tribunale romano in merito al ricorso dei 104 cittadini è attesa nei prossimi giorni. “Più che il progetto di una grande opera, questa ci appare come un’operazione di speculazione finanziaria. Mi rivolgo a chi è a favore del Ponte – ha aggiunto Notarianni – andate a leggere le carte, ve le porto fino a casa, se necessario. Non fidatevi della propaganda, guardate le carte e scoprirete perché non è fattibile questo progetto. Leggete, per esempio, l’art. 4 del comma 9: hanno già impegnato un milione l’anno per ogni anno fino al 2030. E mi rivolgo al sindaco di Messina, Federico Basile, perché renda pubblico il verbale della conferenza dei servizi. “Sono vent’anni che combatto contro questo mostro, non ne possiamo più. Questo sacrificio non ha valenza costruttiva, l’opera porterà solo distruzione, Messina è destinata a morire sotto il ponte”, ha detto Emanuela Scarcella, proprietaria di un immobile espropriato.



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