Incidono per una somma complessiva di poco meno di 8 milioni di euro i ricoveri in mobilità interregionale, effettuati dai pazienti del Sannio che scelgono di farsi curare oltre i confini della Campania nel 2023, cui se ne aggiungono altri 10, per il ricorso a ospedali di altre città campane. I dati ufficiali, riportati dall‘Agenas sono relativi al triennio compreso tra il 2015 e il 2017, ma i costi legati alla mobilità passiva, aggiornati alla fine dello scorso anno, hanno subito una flessione significativa, con un saldo negativo del 6%, insieme a quelli dell’intero territorio regionale.
I dati
Secondo i dati dell’Agenas, l’Asl di Benevento, deputata a raccogliere tutti i numeri relativi alle prestazioni sanitarie del territorio, riferisce di 44.188 ricoveri effettuati nel triennio compreso tra il 2015 e il 2017, di cui 6341, vale a dire 2.113 all’anno, in altre strutture ospedaliere interregionali. A questa cifra si aggiungono 7.436 ricoveri nel triennio, 2478 all’anno, in strutture del territorio campano che quindi rientrano nell’ambito regionale e hanno un costo che supera gli 11 milioni.
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Nel 2023, i pazienti che, in base alla flessione del 6%, hanno usufruito di prestazioni extraregione sono 1.733, per un imprto complessivo di 7.798.000, insieme a quelli che ricorrono alle cure in altri ospedali della provincia, scesi a 2330, per un importo complessivo di 10 milioni di euro. Questa somma si evince dal costo medio di ogni prestazione, stimato intorno ai 4.500 euro. Quindi, il 68,8% dei pazienti trova risposta alla domanda di assistenza negli ospedali della provincia, il 16,8% si rivolge a strutture all’interno della regione di appartenenza e il 14, 4% si rivolge ad altre regioni per malattie oncologiche, trapianti e altre patologie complesse. Gli ospedali più gettonati dall’utenza del Sannio, sono quelli del Lazio per il 25%, quelle del Molise per il 22% e della Puglia per il 17%, considerata la vicinanza di molti comuni dell’Alto Sannio Fortore alle due regioni. Solo il 12% dei pazienti sanniti preferisce le strutture della Lombardia, mentre l’8% si rivolge a quelle toscane.
La riduzione
In linea generale, secondo Agenas, nonostante la pandemia abbia causato una riduzione del fenomeno della mobilità sanitari, e il numero dei ricoverati sull’intero territorio nazionale sia passato dalle 707.811 unità del 2019, alle 668.145 del 2023, la spesa complessiva sia aumentata da 2,84 miliardi a 2,88 nello stesso arco di tempo perché sono aumentati i ricoveri fuori regione per interventi di alta complessità più costosi e soggetti a trattamenti più costosi e specializzati.
In questo quadro, le strutture ospedaliere maggiormente attrattive e gettonate sono quelle private accreditate, che gestiscono circa i tre quarti delle prestazioni di alta complessità. Attualmente, l’assetto delle strutture sanitarie e ospedaliere del Sannio sta cambiando perché la Regione ha reso possibile l’approvvigionamento di macchinari e tecnologie di cui sia l’ospedale che l’Asl erano sprovvisti.
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Le Tac, le risonanze magnetiche, sono macchinari di ultima generazione di cui l’ospedale dispone, insieme al robot da Vinci usato per la chirurgia mininvasiva e all’acceleratore lineare, per il trattamento di lesioni oncologiche. Alcuni reparti rappresentano un eccellenza e un punto di riferimento anche per pazienti provenienti da altre province e da altre regioni che rappresentano la mobilità attiva e compensano in parte quella passiva. La stessa Asl, negli ultimi anni, ha acquistato macchinari che non aveva mai posseduto che, sicuramente, incideranno in positivo sul futuro delle prestazioni diagnostiche. Tuttavia, c’è ancora molta strada da percorrere per arrivare a eseguire interventi di alta complessità in diversi ambiti per far sì che anche una struttura di una piccola realtà di provincia riesca a diventare completamente autonoma dal punto di vista sanitario.
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