L’uomo dovrà rivolgersi al giudice delegato per il fallimento e mettersi in fila con tutti gli altri creditori per cercare di recuperare i soldi spesi e farsi pagare i danni subiti
Basta barba, ma finisce in ospedale per ustioni al viso. Quando aveva circa 40 anni decide che non ne poteva più di farsi la barba tutte le mattine e si rivolge agli operatori di un centro specializzato, in provincia di Arezzo, per farsela togliere definitivamente. Ma le cose non vanno nel modo sperato e ora oltre al danno si è aggiunta anche la beffa.
L’uomo, infatti, dopo aver effettuato alcune sedute di epilazione definitiva del volto con il laser, aveva rimediato come unico risultato vesciche e ustioni di secondo grado, finendo in ospedale, dopo un accesso d’urgenza al pronto soccorso del nosocomio “Santa Maria alla Gruccia” di Montevarchi.
Qualcosa era evidentemente andato storto durante il trattamento, e il 40enne dopo aver chiesto spiegazioni, e dopo aver protestato a lungo nei confronti del personale che aveva effettuato gli interventi di laser-terapia, si era rivolto ad un avvocato per citare in giudizio la struttura e chiedere il risarcimento dei danni subiti.
E in primo grado di giudizio il Tribunale di Arezzo gli dà ragione e dopo aver analizzato la documentazione, ascoltato i testimoni e disposto una perizia medico-legale, era arrivato alla conclusione che gli fossero dovuti circa 11 mila euro di risarcimento danni, più spese legali.
Ma la sua vicenda era evidentemente destinata ad andare sempre peggio perché dopo la sentenza del 2022 il centro estetico fallisce e chiude i battenti. A quel punto la curatela della società, incaricata dal giudice delegato per i fallimenti del tribunale aretino di fare tutti i conti, propone appello contro la sentenza di primo grado che aveva stabilito il risarcimento, con motivazioni giudicate inoppugnabili dalla corte d’Appello di Firenze che ha revocato la condanna.
L’uomo dovrà rivolgersi al giudice delegato per il fallimento e mettersi “in fila” con tutti gli altri creditori per cercare di recuperare i soldi spesi e farsi pagare i danni subiti. La norma, posta a presidio del principio della cosiddetta “par condicio creditorum”, pone un vincolo di indisponibilità sui beni facenti parte del compendio fallimentare, «destinato in quanto tale ad avvantaggiare tutti i creditori, che per effetto della partecipazione alla procedura concorsuale, conseguono il diritto ad avere una quota del patrimonio del fallito».
Così ha stabilito la corte d’Appello fiorentina nei giorni scorsi. A dieci anni di distanza dai fatti, l’uomo dovrà ricominciare tutto daccapo nella speranza di ottenere qualcosa dalla procedura fallimentare, in svolgimento sempre presso il Tribunale di Arezzo. Ma è chiaro che si tratta di tutta un’altra questione rispetto a una sentenza di condanna nei confronti di una società sana.
Nei fallimenti i giudici fallimentari se trovano beni o denaro disponibile devono di fatto poi dividere tra i vari creditori le eventuali somme a disposizione, magari dopo aste e altre procedure molto lunghe e complesse che hanno priorità ben precise e stabilite dalla legge (i dipendenti e i fornitori, ad esempio, vanno pagati per primi).
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link
Informativa sui diritti di autore
La legge sul diritto d’autore art. 70 consente l’utilizzazione libera del materiale laddove ricorrano determinate condizioni: la citazione o riproduzione di brani o parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi qualora siano effettuati per uso di critica, discussione, insegnamento o ricerca scientifica entro i limiti giustificati da tali fini e purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera citata o riprodotta.
Vuoi richiedere la rimozione dell’articolo?
Clicca qui