Il più giovane miliardario italiano
A soli 23 anni, Edoardo Barzago, studente di economia all’Università di Bergamo, si trova a capo di un impero virtuale che vale 2,4 miliardi di euro in crediti Superbonus. Questa insolita fortuna deriva dall’acquisto di crediti fiscali da oltre 200 imprenditori in difficoltà, vittime delle complicazioni del sistema Superbonus avviato sotto il governo Conte.
Il complesso meccanismo del Superbonus
Inizialmente, il programma era stato concepito per fornire 110 euro dal governo per ogni 100 euro spesi per la ristrutturazione energetica.
Questo sistema generoso ha creato una bolla speculativa, lasciando molte aziende con crediti fiscali “congelati” dopo le modifiche normative introdotte dal governo Meloni.
L’azienda automobilistica e le sue sfide
Pietra Grezza Spv, la società di Barzago con un modesto capitale di 10.000 euro, si trova a gestire un debito colossale di oltre 1,5 miliardi di euro.
Il pacchetto finanziario prevede la cartolarizzazione di questi prestiti e il loro collocamento sui mercati azionari europei, un’operazione complessa che richiede competenze e reti internazionali.
Rischi e opportunità finanziarie
L’operazione potrebbe generare ricavi considerevoli: circa 6 milioni di euro di commissioni garantite, oltre a 460 milioni di euro potenziali derivanti dallo sconto del 30% applicato ai prestiti acquistati.
Tuttavia, senza una solida garanzia bancaria, il rischio di fallimento potrebbe avere conseguenze disastrose per gli imprenditori che hanno venduto i loro prestiti.
Un sistema sotto sorveglianza
La trasformazione di questi prestiti in titoli negoziabili solleva alcune domande cruciali: perché gli investitori stranieri dovrebbero investire in titoli legati a cantieri potenzialmente abbandonati?
Quale sarebbe il reale ritorno di tali investimenti? La legittimità e la fattibilità di questo sistema sono ancora da dimostrare.
Conclusione
Il caso Barzago illustra le potenziali insidie del Superbonus italiano. In caso di successo, potrebbe rappresentare una soluzione innovativa per le aziende in difficoltà.
Se fallisce, rischia di aggravare la crisi del settore edile italiano, trasformando un’iniziativa governativa benintenzionata in un disastro economico. Questa situazione evidenzia l’urgente necessità di una regolamentazione più rigorosa dei meccanismi di credito d’imposta.
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Francesca Bianchi è laureata in diritto economico presso l’Università di Milano e ha conseguito un Master in gestione del rischio finanziario. Ha lavorato per diversi anni in importanti banche internazionali, specializzandosi nelle normative bancarie europee, come MIFID II e IFRS 9. Appassionata di sostenibilità e normative ESG (ambientali, sociali e di governance), Francesca si impegna ad aiutare le aziende a conformarsi alle nuove leggi europee. I suoi contributi su ComplianceJournal.it sono ampiamente apprezzati per la loro chiarezza e profondità analitica.
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