Con l’avvicinarsi del 2025, si registra una vera e propria corsa ai bonifici legata alla stretta sui bonus edilizi, che subiranno significative riduzioni dal prossimo anno. Già altre volte, come nel 2021 per il bonus facciate o nel 2022 per il Superbonus, cambi normativi avevano spinto privati e condomini ad affrettare i pagamenti entro il 31 dicembre per beneficiare delle aliquote più favorevoli. Ancora la manovra è da approvare (dovrebbe arrivare in aula per la definitiva approvazione entro il 19 dicembre) e quindi potrebbe subire aggiustamenti in virtù degli emendamenti presentati, ma intanto la corsa al bonifico si sta ripetendo.
I privati e i condomìni che intendono accedere alle attuali detrazioni devono effettuare i bonifici entro il termine dell’anno (fa fede la data di pagamento), poiché le modifiche previste potrebbero avere un impatto significativo su molte agevolazioni, con riduzioni delle percentuali di detrazione e dei tetti di spesa. Dal 2025 il bonus ristrutturazioni al 50% sarà infatti limitato alle sole prime case, mentre per le seconde case la detrazione scenderà al 36%, con una spesa massima ammissibile che rimarrà di 96mila euro. Anche l’Ecobonus subirà una riduzione: per le prime case l’aliquota passerà dal 65% al 50%, mentre per le seconde case scenderà al 36%. Il Superbonus, già ridotto al 70% nel 2024, calerà ulteriormente al 65%. Il bonus giardini sarà valido solo fino al 31 dicembre 2024.
Un ulteriore elemento di rilievo riguarda il legame tra le detrazioni e il reddito. Per chi supera i 75mila euro annui, le spese per gli interventi agevolati del 2025 confluiranno nel limite massimo di oneri detraibili che varierà in base al reddito. Per i redditi tra 75mila e 100mila euro la soglia di spesa detraibili sarà di 14mila euro (con coefficienti di correzione in base al numero di figli a carico) mentre per chi supera i 100mila euro si ridurrà a 8mila euro. Da questa stretta sono escluse le rate già maturate per lavori eseguiti prima del 2025.
Un’altra criticità riguarderà i condomìni. In un unico stabile possono infatti coesistere appartamenti utilizzati come prima casa e altri adibiti a seconda o terza casa, affittati o sfitti. Con detrazioni più basse sulle seconde case, una quota di proprietari potrebbe opporsi a nuovi lavori, frenando così gli interventi di ristrutturazione e riqualificazione energetica. Tanto più che il governo sta già valutando ulteriori tagli alle detrazioni dal 2026: gli incentivi al 50% potrebbero scendere al 36%, mentre quelli già al 36% potrebbero ridursi al 30%. I bonus edilizi che sono confermati, invariati, per il 2025 sono quello sui mobili, sempre al 50%, su una spesa massima di 5mila euro e il bonus per l’abbattimento delle barriere architettoniche, al 75%, applicabile sia alle abitazioni principali che alle seconde case.
Monica Pieraccini
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