Il via libera della Commissione Ue, 1,3 miliardi di investimento. Sito specializzato in advanced packaging e chiplet integration
Arriva il via libera della Commissione Europea agli aiuti di Stato italiani sul maxi progetto Silicon Box a Novara. L’autorizzazione ufficiale, attesa entro Natale, è arrivata come un vero e proprio regalo da trovare sotto l’albero. Ammonterà infatti a 1,3 miliardi di euro, un valore pari al 40% dell’investimento complessivo di 3,2 miliardi che l’azienda di Singapore intende realizzare con l’apertura dello stabilimento per la produzione di chiplet ad Agognate, alle porte del capoluogo di provincia. Uno stabilimento, che verrà avviato nel 2028, che dara lavoro a 1600 dipendenti, senza contare l’indotto prodotto, a partire dai mille operai che serviranno per la costruzione del sito.
Sarà la prima fabbrica europea di advanced packaging e chiplet integration. Questo è il terzo investimento italiano nel settore dei chip approvato dalla Commissione Europea, su un totale di cinque progetti a fabbrica che la Silicon Box costruirà a Novara «sarà più avanzata di quella nata appena un anno fa a Singapore: l’obiettivo è creare chip meno costosi e più veloci».
L’investimento di Silicon Box rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e l’autonomia tecnologica dell’Europa nel settore dei semiconduttori, in linea con gli obiettivi delineati dal Chips Act europeo e nelle Linee guida politiche della Commissione Europea 2024-2029. Il sito di Novara contribuirà a soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori, principalmente nel mercato europeo, per abilitare nuove tecnologie come applicazioni di nuova generazione nel campo dell’intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici. «I recenti sconvolgimenti globali dimostrano con chiarezza quanto sia fondamentale costruire una catena di approvvigionamento più resiliente per i semiconduttori in Europa – ha spiegato Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy -. Per questo, il governo ha posto i chip e la microelettronica al centro delle sue priorità strategiche, consapevole che rappresentano un pilastro imprescindibile per garantire la sicurezza e la competitività del nostro sistema industriale».
Ma perche la scelta e caduta su Novara?
«Alla fine abbiamo puntato sull’Italia – spiegano Michael Han, head of business di Silicon Box – perché offre un bacino di competenze ingegneristiche più solido. E il Piemonte per le sue infrastrutture e il rapporto con le istituzioni». Per il dirigente si tratta di «riportare a casa i talenti, un po’ come è avvenuto a Taiwan e in Corea del Sud».
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