La recente classifica del Sole 24 Ore colloca Belluno al 79° posto nella categoria “Cultura e tempo libero”, un dato che dovrebbe suonare come un campanello d’allarme per l’amministrazione locale. Non si tratta di un semplice declassamento numerico, ma di un segnale inequivocabile della carenza di visione strategica e di investimenti mirati nel settore culturale. Le domande sorgono spontanee: quante risorse sono state realmente destinate alla cultura negli ultimi anni? Su quali progettualità si è concentrata l’azione politica? E, soprattutto, quali sono stati i benefici concreti per la comunità, in particolare per i giovani?
La cultura dovrebbe essere il motore per creare nuove opportunità, spazi di aggregazione e dialogo. Tuttavia, a Belluno manca una progettualità coerente. L’assessorato alla cultura non ha mai presentato proposte significative per promuovere una vita culturale attiva, limitandosi a sostenere solo alcune realtà consolidate come il Circolo Cultura e Stampa, TIB Teatro e Slow Machine. Questo approccio, pur apprezzabile, lascia però ai margini numerose associazioni locali che faticano a trovare spazi e risorse per esprimersi.
Un esempio emblematico è il progetto “Culture Link”, che mirava a favorire incontri e discussioni tra i giovani, incoraggiando la creazione di reti sociali e il confronto. Iniziative di questo tipo sono essenziali per costruire una comunità coesa, ma restano isolate e senza il supporto strutturale necessario.
Belluno non può permettersi di rimanere indietro. La cultura non è solo intrattenimento, ma un elemento trasversale e strategico per il benessere sociale ed economico. Serve una revisione della governance culturale e un ripensamento delle priorità di bilancio. È fondamentale coinvolgere attivamente i cittadini, le associazioni e i giovani in un percorso partecipato per definire una nuova strategia.
Non bastano le belle parole o i sold out di qualche spettacolo. È il momento di trasformare le promesse in fatti, investendo in politiche culturali inclusive che sappiano guardare al futuro, rispondendo ai bisogni di tutte le generazioni. La cultura deve tornare al centro della vita cittadina, come strumento di crescita, innovazione e speranza.
Prof. Massimo Ferigutti
(Già presidente di Fondazione Teatri delle Dolomiti)
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