Spunta la possibilità per i neoassunti nel 2025 di versare più contributi all’INPS per irrobustire la pensione. Come funziona la novità in Legge di Bilancio?
La Manovra 2025 non prevede molte misure in favore dei più giovani e quelle previste guardano tutte alla pensione.
Tra queste spunta anche la possibilità, per i giovani che iniziano a lavorare nel 2025, di versare più contributi all’INPS così da incrementare il montante su cui si calcolerà l’assegno.
A prevedere la novità è un emendamento al testo della Legge di Bilancio 2025 inserito durante l’esame alla Camera.
Vediamo quindi quale sarebbe il funzionamento di questo nuovo meccanismo.
Pensione giovani: contributi extra per chi inizia a lavorare nel 2025
La novità prevista dal testo della Manovra 2025 interessa i giovani lavoratori e lavoratrici che dal prossimo anno entrano nel mercato del lavoro. L’obiettivo è quello di garantire un montante contributivo maggiore su cui calcolare l’assegno della pensione.
Nello specifico, i giovani che iniziano a versare i primi contributi nel 2025 potranno scegliere di versare all’INPS una maggiorazione sui contributi dovuti, quindi oltre a quelli obbligatori previsti per legge.
Si potrà versare quindi una quota pari la massimo a due punti percentuali, e cioè pari al 2 per cento della quota a proprio carico trattenuta in busta paga.
Una possibilità che ora come ora sembrerebbe riservata solamente ai lavoratori e alle lavoratrici dipendenti e agli iscritti alla Gestione separata.
Questi saranno deducibili dal reddito complessivo per il 50 per cento dell’importo totale versato. I contributi versati a titolo di maggiorazione dunque non saranno deducibili dal reddito al 100 per cento come quelli ordinari.
L’obiettivo, come detto, è quello di aumentare il montante contributivo sul quale si andrà a calcolare l’importo dell’assegno della pensione.
Attenzione però: la quota di pensione che deriva da questi versamenti extra non sarà erogata in automatico. Sarà corrisposta su apposita domanda dell’interessato e soprattutto al momento della maturazione del requisito per la pensione di vecchiaia: quindi a 67 anni (requisito attuale per la vecchiaia).
I contributi versati a titolo di maggiorazione, inoltre, non andranno a contribuire al raggiungimento dell’importo soglia per l’accesso alla pensione anticipata nel sistema contributivo, che dal 2024, ricordiamo, è fissato a 3 volte l’assegno sociale (1.603,23 euro per il 2024). La soglia poi scende a 2,8 volte per le donne con 1 figlio e 2,6 per le donne con 2 o più figli.
La contribuzione extra quindi si tradurrebbe in pensione solo al compimento dei 67 anni e senza favorire in alcun modo il pensionamento anticipato a 64 anni. Una misura che lascia più di qualche perplessità viste le già precarie condizioni dei giovani lavoratori e lavoratrici.
Pensione giovani: uscita anticipata nel contributivo più facile ma con più contributi da versare
A tale misura si aggiunge la possibilità sempre per i giovani nel sistema contributivo, di raggiungere più facilmente la pensione anticipata a 64 anni.
Nello specifico, si prevede il cumulo della rendita derivante dai versamenti ai fondi di pensione complementare all’assegno pensionistico ordinario.
L’obiettivo è quello di favorire il raggiungimento del citato importo soglia per l’accesso al trattamento e quindi l’accesso alla pensione anticipata.
La versione attuale dell’emendamento al testo della Legge di Bilancio che prevede la misura però introduce anche un aumento del requisito contributivo. I 20 anni di contribuzione richiesti per accedere al trattamento anticipato a 64 anni salgono infatti a 25 anni. Saranno poi 30 nel 2030.
Ad ogni modo, per l’ufficialità si attende la conclusione dell’iter parlamentare e la pubblicazione della Legge di Bilancio 2025 sulla Gazzetta Ufficiale.
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